L'immigrazione è diventata ormai un capitolo di spesa imponente per il bilancio pubblico italiano. Anche nella bozza di legge di Stabilità, tra emergenze nazionali, risorse che scarseggiano e uscite pesate col bilancino per non violare i parametri di Bruxelles, trovano spazio i finanziamenti destinati ai migranti e all'Africa. Cifre importanti a fronte di un'ondata migratoria di proporzioni enormi. E così, tra le «Ulteriori disposizioni finanziarie» della manovra si trova, all'articolo 79, l'istituzione di un Fondo per l'Africa. «È istituito - si legge - nello stato di previsione del ministero degli Affari esteri un fondo con una dotazione finanziaria di 200 milioni di euro per l'anno 2017, per interventi straordinari volti a rilanciare il dialogo e la cooperazione con i Paesi africani d'importanza prioritaria per le rotte migratorie». Un fondo di 200 milioni di euro che sarà poi la Farnesina a gestire, con progetti specifici, per «dialogare» meglio con i Paesi da cui arrivano i clandestini stipati sui barconi.
Ma non c'è solo questo stanziamento. Poco più avanti si tratta espressamente del tema «Immigrazione». «Ulteriori risorse fino all'importo massimo di 280 milioni di euro, oltre a quelle già stanziate nella sezione II del bilancio per le attività di accoglienza, inclusione e integrazione in materia di trattamento e di accoglienza per stranieri irregolari, potranno essere destinate a valere su programmi operativi cofinanziati dai fondi strutturali europei 2014/2015». Significa in altre parole che la spesa per centri di accoglienza e gestione dei profughi in Italia può essere aumentata di altri 280 milioni oltre alla quota di fondi Ue già impiegata per l'emergenza immigrazione, e oltre a quelli già ritagliati nel bilancio del Viminale. Che sono parecchi. Nella sezione del «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017» che riguarda appunto il ministero dell'Interno si trovano le cifre. Per la voce «Flussi migratori, interventi per lo sviluppo, coesione sociale, garanzia dei diritti e rapporti con le confessioni religiose» il governo prevede per il 2016 una spesa di 1,5 miliardi di euro (per la precisione 1.563.269.537).
Sul fronte della cooperazione internazionale il governo si è dotato anche di una agenzia ad hoc, dipendente dalla Farnesina, che è partita nel gennaio del 2016 «con l'ambizione di allineare l'Italia ai principali partner europei e internazionali nell'impegno per lo sviluppo, aiuto concreto a uomini, donne e bambini che altrimenti vediamo morire sulle nostre coste, fuggendo da guerre e sottosviluppo». Anche su questo fronte l'Italia impegna cifre generose.
Nel 2015 i fondi erogati in aiuti pubblici per la cooperazione internazionale sono stati 1,8 miliardi di euro. Tanti progetti finanziati, dall'Africa sub-sahariana all'Asia.
Si va dal milione di euro erogato per «Inclusione e reinserimento sociale delle persone che vivono in strada nelle città di Conakry, Kindia e Labè» in Guinea, ai 13,6 milioni di euro per il «Risanamento urbano di Ca Mau City» in Vietnam, dal finanziamento in Uganda della «campagna di informazione e sensibilizzazione a sostegno delle persone Lgtbi (acronimo di lesbian, gay, bisexual, transgender e intersex)» ai 395mila euro per «L'Empowerment femminile nella Provincia di Boulgou» in Burkina Faso. Ente finanziatore? Sempre il nostro ministero degli Esteri.
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