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Governo senza trasparenza: decreti attuativi off-limits

Sul sito dell'Ufficio di programma di governo impossibile conoscere lo stato dei provvedimenti. "Problema tecnico", dicono

Governo senza trasparenza: decreti attuativi off-limits

Conoscere lo stato dei decreti attuativi? È qualcosa di prezioso, fondamentale per l’impatto sulla vita quotidiana e per valutare l'operato di un governo. Ma è impossibile. L’informazione è infatti inaccessibile ai comuni mortali. E non da oggi: da tre settimane il servizio è in black-out, qualsiasi tentativo di ricerca diventa vano. Con tanti cari saluti alla trasparenza a cui il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è sempre appellato. Anche di recente, chiedendo la fiducia al Parlamento, ha ribadito di voler agire in maniera trasparente. Del resto pure durante il confronto con il leader di Italia viva, Matteo Renzi, Conte aveva ribadito la sua attenzione al tema: “Per andare avanti dobbiamo essere trasparenti”. Una vera ossessione, peraltro giusta e legittima. Peccato, tuttavia, che l’Ufficio di programma di governo, proprio del Conte 2, non brilli sulla materia. Almeno da inizio anno, visto che qualsiasi documento in merito risulta off-limits. Mentre l’ultimo report completo, relativo calendario delle misure adottate dal Consiglio dei Ministri, risale al 15 luglio 2020. Sono trascorsi sei mesi, in mezzo c’è stata la seconda ondata di Covid-19, una valanga di decreti Ristori e la Legge di Bilancio. Non proprio questioni di secondo piano. Eppure, gli aggiornamenti latitano.

Decreti non attuati

Ci saranno altri strumenti, allora? In teoria esistono e sono anche semplici da usare. Sul sito dell’Ufficio di programma di governo è inserito un apposito motore di ricerca, aggiornato praticamente in tempo reale, che consente di individuare lo stato di adozione dei decreti attuativi, quei provvedimenti essenziali alla reale applicazione di una norma. Perché, come avviene sempre con maggiore frequenza, i decreti, approvati poi dal Parlamento, richiedono successivi interventi dei singoli Ministeri per rendere esecutive le leggi. Tanto per rendere l’idea, la Legge di Bilancio 2020, la prima del Conte 2, fino all’estate aveva bloccato una pioggia di miliardi, a causa dell'assenza di questi decreti attuativi. Firme mancanti dal prezzo elevato. Insomma, si parla del cosiddetto secondo tempo delle norme, meno visibile mediaticamente ma molto importante sotto il punto di vista pratico. Ecco quindi che i cittadini, grazie al portale emblema di trasparenza, quello dei programma di governo, possono scoprire a che punto si trovino determinati provvedimenti, verso i quali possono nutrire degli interessi. Può trattarsi di sgravi, finanziamenti, qualsiasi cosa. Solo che inserendo le chiavi di ricerca nelle apposite stringhe, la risposta è sempre la stessa: nessun risultato. Ogni incastro consegna lo stesso responso: il nulla.

Ma non è l’unico scivolone sulla trasparenza. Fino a qualche settimana fa, oltre a essere tutto funzionante, era possibile consultare - senza nemmeno andare sul motore di ricerca - un documento con tutti decreti non attuati. Addirittura era possibile andare a ritroso, fino ai governi della precedente legislatura: da quello presieduto da Enrico Letta, fino al Gentiloni, con in mezzo ai tre anni di Renzi. Un termometro per comprendere la differenza tra i vari esecutivi sui decreti attuativi. In seguito a un mini restyling, questi file non sono più a portata di clic: al loro posto viene dato ampio spazio a un dossier sui decreti Cura Italia e Rilancio, risalenti alla scorsa primavera, quando c’era la prima ondata. Uno studio auto elogiativo, che però è datato. Nel frattempo c'è stata la rapida evoluzione degli eventi e la notevole mole di decreti varati dal governo. Così come è invecchiato lo speciale focus Covid-19, che nelle intenzioni esplicitate sul sito dovrebbe fornire “un quadro aggiornato dello stato di attuazione delle disposizioni legislative adottate in materia di emergenza sanitaria”, si ferma al 30 luglio scorso. Aggiornato è quantomeno un termine inappropriato. In teoria: “Il rapporto illustra inoltre i risultati di una recente analisi effettuata sugli stanziamenti economici previsti dal Decreto Cura Italia (pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 17 marzo, dieci mesi orsono, ndr) ed è altresì completato da una sintetica ricognizione delle attività di monitoraggio di alcune amministrazioni”, si legge ancora sul portale. Quello che viene dopo resta ignoto. Anzi, no: c’è il rimando al “motore di ricerca dei provvedimenti attuatitivi”. Quello che non funziona, appunto.

Un problema tecnico di tre settimane

IlGiornale.it ha anche chiesto spiegazioni via mail agli uffici preposti, la risposta ufficiale rimanda a un “problema di natura tecnico”, specificando l’impegno per riattivare il collegamento. Di sicuro si tratta di un problema molto grave, visto che va avanti da tre settimane. Un lasso di tempo in cui non c’è stato alcun intervento. Peraltro, nonostante la sollecitazione di qualche giorno fa, il malfunzionamento non è stato risolto. Ogni ricerca risulta vana.

Così restano inaccessibili delle informazioni potenzialmente preziose ai cittadini, viste le ricadute sulla vita quotidiana, e utile a comprendere l’azione dei singoli Ministeri, chiamati a redigere questi testi.

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