Il governo stanga i lombardi: "No alla riduzione del ticket"

La Regione taglia i costi della sanità ma Palazzo Chigi fa ricorso. L'ira del governatore Maroni: "È incredibile"

Roberto Maroni
Roberto Maroni

Il governo non vuole che i lombardi paghino meno il ticket sanitario. Sembrerebbe incredibile, un episodio acuto dell'ossessione burocratico-fiscale italiana. E «incredibile» è l'aggettivo che usa appunto il governatore Roberto Maroni, dando notizia dell'impugnazione, da parte del Consiglio dei ministri, di una norma del bilancio lombardo. La norma è stata approvata dal Consiglio ed è già in vigore: dal 1° febbraio il costo massimo del ticket regionale aggiuntivo è passato da 30 a 15 euro e del taglio stanno beneficiando in molti: circa 230mila le prestazioni prenotate (già eseguite o meno).

Per finanziare l'abbattimento della tassa aggiuntiva sulle prestazioni diagnostiche ambulatoriali, la Regione ha stanziato 25 milioni. L'emendamento che introduceva la riduzione era stato condiviso dall'intero centrodestra. D'altra parte l'idea di azzerare il ticket è uno dei punti qualificanti del programma di Maroni. Ora arriva lo stop: l'impugnazione davanti alla Corte costituzionale. E Maroni attacca: «Una decisione incredibile perché noi garantiamo il pareggio di bilancio». «Adesso vedremo quali misure prenderemo lunedì in giunta - ha spiegato ieri, nel corso dell'evento Dillo alla Lombardia - però la decisione la dice lunga sull'autonomia che hanno le Regioni». Il governatore ha preso «atto con amarezza del fatto che il governo ha deciso che un milione di lombardi non possono avere la riduzione del ticket», aggiungendo che la vicenda «ci rafforza nel l'idea che abbiamo bisogno di più autonomia».

Il referendum sull'autonomia dovrebbe celebrarsi a breve, Maroni vorrebbe farlo insieme alle amministrative ma il governo dice ancora no e questo costerà (fra l'altro) alcune decine di milioni. Il leader lombardo del Pd, intanto, contesta la versione del Pirellone sul braccio di ferro aperto dal governo: «Quella norma sembra scritta apposta per farsela bocciare - critica il segretario regionale Alessandro Alfieri -. La delibera della riduzione dei ticket non è stata nemmeno sfiorata dal Governo e se Maroni la vorrà cambiare lo farà sotto la sua responsabilità».

Tecnicismi poco convincenti per l'assessore alla Sanità Giulio Gallera (Forza Italia), che si rammarica del sostanziale impatto del passo governativo: «L'effetto è disastroso. Valuteremo lunedì ma ci sono anche profili erariali che probabilmente ci costringeranno a bloccare il beneficio che già ha riguardato 230mila cittadini, con la speranza di poterlo poi riattivare». Con i tempi del processo costituzionale potrebbero volerci mesi.

E a Milano non si capacitano di questa mossa romana: «Questa logica è aberrante - prosegue l'assessore -, noi garantiamo l'invarianza del gettito ma abbiamo il diritto di decidere come e dove investire le risorse della nostra sanità».

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