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Grasso usa pure i ragazzini per mandar Salvini a processo

Il leader di Leu lancia uno spot per spingere i parlamentari a mandare il ministro alla sbarra per il caso Diciotti: "Se sequestrasse gli studenti?"

Grasso usa pure i ragazzini per mandar Salvini a processo

"E se un ministro sequestrasse degli studenti?". Pietro Grasso ora usa persino dei ragazzini pur di mandare Matteo Salvini alla sbarra per il caso Diciotti.

L'ex presidente del Senato e leader di Leu ha pubblicato sulla sua pagina Facebook uno spot in cui mostra un finto servizio giornalistico in cui si annuncia la liberazione di 177 studenti dell liceo Ubaldo Diciotti. "Immaginate se un ministro dell'Interno trattenesse in una scuola 177 ragazzi e ragazze per costringere le associazioni studentesche a interrompere delle pacifiche proteste contro una riforma dell’Istruzione", scrive, "Immaginate che si giustifichi dicendo: 'Sto solo attuando un punto irrinunciabile del mio programma di governo'. Immaginate che, dopo lunghe trattative, e solo dopo aver ottenuto dalle associazioni studentesche la rinuncia a qualunque rivendicazione, il ministro decida di liberare quei 177 studenti. Non sarebbe forse un sequestro di persona? Non sarebbe gravissimo? La stessa cosa – con protagonisti diversi – è accaduta con il caso Diciotti".

Per Grasso - che ha messo a disposizione di tutti la sua relazione di minoranza - impedire il processo a Salvini "autorizzerà in futuro un Ministro a utilizzare qualsiasi mezzo, anche il peggiore, per raggiungere il proprio fine politico - a costo della libertà personale, di quella di espressione o di pensiero di qualcuno di noi – senza temere conseguenze sul piano giudiziario". "Il 20 marzo il Senato vota sull’autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro Salvin", ha sottolineato, "Vogliamo davvero creare un precedente così pericoloso? Il caso Diciotti non è il caso Salvini, è molto di più".

"Viene da sorridere a leggere gli argomenti sollevati da Grasso sul caso Diciotti. Si fanno esempi impossibili, paradossali e fuori dalla logica", replica però Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia e presidente della Giunta che già si è espressa per il no al processo, "Argomenti inesistenti, esempi drammatici, tesi strampalate, servono soltanto a coprire un pregiudizio politico. Io ho indicato chiaramente i principi della legge costituzionale del 1989 e le norme della Costituzione.

Ho smentito presunti giuristi che sui giornali hanno scritto corbellerie confondendo il Codice penale con la legge del 1989".

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