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Grecia in fiamme, anche Olimpia brucia "E il peggio qui deve ancora arrivare"

Il fuoco adesso minaccia pure Atene. La Protezione Civile chiede via sms alla popolazione di abbandonare il Nord della capitale

Grecia in fiamme, anche Olimpia brucia "E il peggio qui deve ancora arrivare"

Atene. È fuori controllo l'ultimo (in ordine di tempo) rogo che sta devastando la Grecia in un'estate dalle temperature record. Dopo l'isola di Evia, tanto cara a Lady Diana, è la volta di Varybombi, polmone verde a nord di Atene dove le fiamme hanno ripreso vigore e si muovono minacciose dalle pendici del Parnitha orientale e fino a Drosopigi. Attualmente ci sono 340 vigili del fuoco in azione, con 15 divisioni, 100 veicoli, nove elicotteri e quattro aerei. Le forze dell'ordine hanno inviato un sms ai residenti perché vengano evacuati sull'autostrada Atene-Lamia, i cui caselli sono stati aperti proprio per consentire il deflusso dei residenti.

Dopo la tragedia di Mati, che nel 2018 costò più di 100 vittime, questa è una nuova estate di fiamme in Grecia. Nel pomeriggio di ieri, quando il fuoco sembrava domato, ecco un altro rogo nella zona di Adamas, alla periferia di Kryoneri. Poi la direzione del vento è cambiata e il fuoco si è spostato verso le abitazioni. Coinvolta anche l'ex tenuta reale di Tatoi, con le fiamme che si spostano verso nord-ovest. Da due giorni l'intera area di Varybombi era stata interessata da un grosso incendio che aveva distrutto un centinaio di residenze e locali, mentre una nuvola nera era arrivata sin sopra il cielo dell'Akropoli tra l'incredulità dei turisti che, copiosi, sono presenti in Grecia.

Le fiamme ieri hanno raggiunto anche l'antica Olimpia, l'altro grande fronte che sta impegnando i Vigili del fuoco con 100 persone intrappolate nel villaggio di Kladeos a Ilia, dove un sospetto è stato identificato dai sistemi di sorveglianza: era a bordo di una moto poco prima dello scoppio di un incendio caratterizzato da focolai simultanei. Come ha raccontato un testimone oculare alla tv ellenica circa 20 persone sono rimaste intrappolate per circa un'ora e mezza nel villaggio di Pefkes, mentre le fiamme stavano bruciando i cortili circostanti. «Il fuoco veniva verso di noi. Con mezzi privati e con i vigili del fuoco siamo riusciti a fuggire in strada, quelli di noi che erano rimasti indietro erano indifesi e i minuti scorrevano nella disperazione».

Sul posto è giunto il premier Kyriakos Mitsotakis per portare la solidarietà del governo. Un disastro senza precedenti lo hanno definito le autorità elleniche «e il peggio deve ancora arrivare», ha detto il viceministro alla Protezione Civile, Nikos Hardalia, proprio mentre in Turchia,anch'essa flagellata da 170 roghi in sette giorni, qualcuno ha puntato il dito contro il Pkk e la Grecia, alimentando la consueta vena complottistica che viaggia sui social. Si tratta di ex militari che, con l'appoggio dei media vicini al governo, stanno sollevando dubbi sulle cause dei roghi, parlando di un nuovo possibile golpe del partito messo fuori legge da Erdogan, i cui adepti si addestrerebbero clandestinamente in Grecia. Il presidente turco Erdogan ha dichiarato che gli arrestati per i roghi sono collegati al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk): «Abbiamo stabilito che ci sono persone con legami con il Pkk tra le famiglie degli arrestati», ha detto ai giornalisti della rete filo-governativa A Haber.

Il governo di Atene intanto ha annunciato l'assistenza finanziaria immediata alle vittime con importi da 600 a 6.000 euro, oltre all'esenzione dalle tasse sugli immobili per quest'anno.

Proprio per scoraggiare speculazioni edilizie l'esecutivo greco ha annunciato che le aree bruciate saranno designate come immediatamente rimboschibile e non sarà consentito alcun cambio di destinazione d'uso, mentre laddove il ripristino naturale è difficile, queste aree saranno incluse nel piano nazionale di riforestazione.

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