S econdo le prime proiezioni, sempre pericolose a scrutinio in corso, tra centrodestra e sinistra sarebbe finita pari e patta, con la Calabria che passa facile ai primi e l’Emilia Romagna che dovrebbe restare nelle mani del candidato uscente del Pd. Scompaiono di fatto - e questo è già un dato assodato - i grillini che continuano nella loro caduta libera e i cui elettori probabilmente in Emilia-Romagna sono andati in soccorso del candidato Pd, per provare a sbarrare la strada a Salvini. L’attesa spallata allo storico feudo rosso non sarebbe quindi andata a segno ma mai il Centrodestra era stato così alto nella regione più rossa d’Italia. Conte ieri sera ha tirato un sospiro di sollievo, in caso di un due a zero sicuro delle opposizioni nella notte avrebbe preparato gli scatoloni per lasciare Palazzo Chigi. Bonaccini quindi potrebbe avergli salvato la poltrona, ma la sua vita politica resta appesa a un filo. Il problema infatti ora si sposta a Roma dove il Pd, più prima che poi porrà, il problema del riequilibrio del governo oggi sbilanciato, nei numeri e nell’agenda, sui Cinque Stelle che le urne hanno definitivamente confermato essere diventato partito marginale nel Paese. Le sardine hanno svuotato i grillini, come la Lega li svuotò alle scorse europee. Questa volta il bottino è stato consegnato al Pd, ma non gratis. Zingaretti ora dovrà infatti vedersela con loro e la vittoria in Emilia-Romagna diventerà un nuovo gigantesco problema per la sua debole classe dirigente. Morale: se l’Emilia per la sinistra fosse davvero una pratica chiusa felicemente, altrettanto non si può dire per il governo, e non facciamoci ingannare dagli squilli di tromba che in tal caso oggi riecheggeranno in ogni tg. Il partito più consistente in Parlamento della maggioranza, i Cinque Stelle, è moribondo e in mano a una mezza figura quale è Vito Crimi, successore di un Luigi Di Maio che non vede l’ora di vendicarsi per essere stato messo fuori gioco dai suoi. Giuseppe Conte da oggi è quindi nelle mani di Zingaretti, cosa insopportabile per un altro azionista, quel Matteo Renzi che non può permettersi di stare al rimorchio del Pd pena l’estinzione del suo partitino.
La caduta dei Cinque Stelle – a prescindere dal vincitore - riporta la politica alla vecchia contrapposizione tra destra e sinistra. La gioiosa macchina da guerra di capitan Salvini – se nella notte i risultati saranno confermati - segnerebbe il suo primo passo falso. Ma su questo meglio aspettare i risultati definitivi, anche quello delle liste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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