
RomaGrillo salta ma all'indietro. I sondaggi lo danno in calo, la festa del Circo Massimo a Roma fa flop, e nei gruppi parlamentari pullulano odi e invidie. Impietosa l'analisi dell'istituto Ixè per Agorà: per il 57% degli elettori M5S, rispetto a quando è entrato in Parlamento, il Movimento incide meno in politica. Non solo: il 79% degli elettori pentastellati (quasi otto su dieci) confessa che non parteciperà alla kermesse romana. Un disastro, insomma, che l'ex comico non riesce ad arginare anche perché la sua leadership traballa. Persino l'appena eletto capogruppo alla Camera, il «cittadino» Andrea Cecconi, rivendica autonomia: «Alcuni miei colleghi vorrebbero Grillo e Casaleggio più presenti, mentre io credo che siamo perfettamente in grado di lavorare da soli all'interno del Parlamento». E ancora: «Non abbiamo più bisogno di essere accompagnati, accuditi e guidati come agli albori del Movimento; siamo pronti per essere indipendenti».
Il comico e padre-padrone del Movimento, arrivato nella Capitale giura a bordo di una macchina elettrica assieme al sodale Casaleggio: «Io non sono il leader, tengo il controllo della situazione perché non entrino persone che possono disintegrare il Movimento dal basso». E ancora: «Sto benissimo, carico come un carillon che suonerà la sua musica migliore», promette minimizzando un leggero malore intestinale che l'ha colpito. Poi spara: «Non ci sono problemi, i problemi li create voi - dice ai cronisti - Siamo in un movimento dove siamo tutti uguali. Non ci sono solo i Pizzarotti, ci sono le persone. È un movimento senza leader. Siamo tutti uguali». Ma lui e Casaleggio sono più uguali degli altri, naturalmente. Quindi infilza Renzi: «C'è Renzi che ha perso 400 mila iscritti. Abbiamo più iscritti noi... Renzi è un leader senza base, noi abbiamo una base senza leader». Quindi detta la linea (dura): «Non ci incastriamo nelle istituzioni». Dal palco picchia sul Pd: «Preferisco Berlusconi che lotta per le sue aziende che quei c... di finti amici della sinistra che per venti anni hanno fatto solo i c... loro». E poi via col «Vinceremo».
Ma c'è malumore tra i parlamentari pentastellati: bisbigliano fastidi per lo stile dittatoriale del duo Casaleggio-Grillo. Per esempio sul caso Pizzarotti, sindaco di Parma considerato catalizzatore di dissidenti. Lui, critico nei confronti del Movimento, è stato imbavagliato: nessuno spazio sul palco del Circo Massimo. Alte rimangono le quotazioni di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e considerato il «delfino» di Grillo. Il giovane però si nasconde: «Se diventerò leader del M5S sul palco della festa del Circo Massimo? Una notizia che non ha alcun fondamento», giura.
Qualcuno lo guarda male; così come, visto male, è il gruppetto più scalmanato di Montecitorio. Sono i cosiddetti pasdaran Di Battista, Di Stefano, Bonafede, Colletti e Nesci: tutti troppo sovreccitati. Più tranquilla la situazione in Senato anche se a Palazzo Madama c'è un altro caso che scuote la truppa pentastellata. Tradizionalmente a rotazione, il ruolo di nuovo capogruppo al Senato toccherà per i prossimi tre mesi ad Alberto Airola.
Tanti arricciano il naso giudicandolo poco preparato (faceva il cameraman per varie tv) ma soprattutto poco moderato. Airola, un anti Tav, è troppo pirotecnico e irascibile: tanto che l'hanno soprannominato Hannibal e su Youtube gira pure un video dove è travestito da Hannibal Lecter con tanto di maschera-museruola.