Grillo messo all'angolo I duri del M5s vogliono la testa di Virginia

Grillini ortodossi in rivolta: intervenga lui In serata vertice con giunta e consiglieri

Grillo messo all'angolo  I duri del M5s vogliono la testa di Virginia

Come farà stavolta Beppe Grillo a salvare il soldato Virginia Raggi? Come farà, ora che l'ultimo scandalo sulla polizza vita da 30 mila euro a favore della sindaca di Roma firmata dal fedelissimo Salvatore Romeo getta nuove ombre sulle trame in Campidoglio? Trame alla base di almeno tre inchieste della procura che coinvolgono la prima cittadina. È a lui, il Fondatore e Garante, che si appellano gli «ortodossi» del M5S, per chiedere un intervento «a tutela dell'immagine del Movimento».

Mentre la Raggi è chiusa in una sede segreta per l'interrogatorio fiume da parte dei pm sulla promozione del fratello Renato del suo braccio destro, Raffaele Marra, e anche sulla strana operazione assicurativa, fuori esplode la rivolta dei «duri e puri» contro di lei. Sarebbe l'ala che fa capo a Roberto Fico e che comprende la sua acerrima nemica Roberta Lombardi, a chiedere la sua testa. Quella convinta che già dopo l'arresto di Marra per corruzione, si sarebbe dovuto arrivare alle dimissioni.

Grillo e i vertici, da Davide Casaleggio a Luigi Di Maio, invece hanno continuato a difenderla fino a mercoledì, quando il leader ha riconfermato la sua fiducia. Ora i big tacciono. Tace Alessandro Di Battista, anche i deputati che l'hanno «commissariata», Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. Andrea Colletti, integralista grillino, scrive su Facebook: «Su questo non dovrebbe riferire solo al pm - qualora fosse vero - ma a tutti noi».

A questo punto, sembra difficile salvare la Raggi senza ferire a morte il Movimento. La domanda, tra dirigenti e base, vertici romani e milanesi, è: giova più strappare il velo di protezione e dividere la sua sorte da quella del M5S, riconoscendo di aver messo sul trono del Campidoglio la persona sbagliata, oppure insistere a trovarle giustificazioni, per non fare autocritica? Nelle chat dei parlamentari dilagano sorpresa e preoccupazione. «È vero?», si chiedono tutti sulla polizza.

«Grillo interverrà - sono convinti quelli che chiedono il taglio netto - altrimenti gli chiederemo di farlo, senza se e senza ma, ne va del futuro del Movimento». Per una deputata romana, è chiaro che, «altrimenti, se si tira dritto anche stavolta, questo diventa davvero il Movimento 5 Raggi, altro che stelle». Dice un parlamentare: «Grillo dovrebbe intervenire senza richiesta, in automatico: Hai tradito per l'ennesima volta la nostra fiducia, ergo sei fuori. Basterebbe una riga sul blog». Ore e ore d'interrogatorio per Virginia, ma trapela l'intenzione, poi, di incontrare in tarda serata giunta e consiglieri. Per dire che cosa? Forse per spiegare in qualche modo la storia inquietante di quella polizza e di altre che sarebbero state fatte a favore di altri esponenti grillini?

Dicono che la sindaca potrebbe decide di autosospendersi per 20 giorni. In attesa di che cosa non si sa, forse solo per prendere tempo. Anche se sostenesse di essere all'oscuro della polizza, ragiona una deputata, «non ci stiamo a fare gli Scajola di turno: intestata a sua insaputa? No, grazie».

Esce dal Campidoglio il presidente dell'assemblea Marcello De Vito, e gli chiedono se sapeva della polizza: «Assolutamente no».

E ancora: «Quali erano i rapporti tra Raggi e Romeo a gennaio 2016 (quando fu firmata la polizza, ndr)?». «Questo bisognerebbe chiederlo ai diretti interessati», risponde. «Vedremo quello che succederà e poi valuteremo», svicola il capogruppo M5S Paolo Ferrara.

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