Grillo blinda i due mandati e fa la vittima: "Sono tutti contro di noi"

Il comico genovese fa la parte dell'offeso: "Il sistema ci tratta come appestati". E attacca Di Maio: "Gigino a cartelletta vuole archiviarsi in qualche ministero della Nato"

Grillo blinda i due mandati e fa la vittima: "Sono tutti contro di noi"

"Altro che cuore dei banchieri, io ho un cuore da ragioniere". Così Beppe Grillo si esprime pubblicamente per la prima volta dopo la caduta del governo guidato da Mario Draghi. Il comico genovese in sostanza ha difeso la linea del non voto alla fiducia, aggrappandosi al limite dei due mandati per poter dire che in fin dei conti il Movimento 5 Stelle ha ancora una ragione per esistere politicamente. E in tutto ciò non ha fatto mancare una stoccata a Luigi Di Maio.

L'ok alla linea Conte

Soprattutto nei giorni più frenetici della crisi erano filtrate voci circa il presunto malcontento di Grillo in merito alla linea tenuta da Giuseppe Conte, ma oggi il co-fondatore del M5S ha voluto fare chiarezza e si è schierato dalla parte dell'avvocato. Dopo un preambolo fatto di battute sugli spazi cosmici e le dinamiche celesti, il comico si è detto sconcertato dalla visione che il Parlamento ha mostrato specialmente in occasione delle comunicazioni del presidente del Consiglio.

Grillo ha infatti puntato il dito proprio contro gli eletti: "Una visione vecchia, di gente che è lì da 30 anni. E cominciavamo anche noi a essere dentro quella visione, e siamo il gruppo più giovane lì dentro...". Quindi è stato il Parlamento a far riflettere l'Elevato e a portarlo a una considerazione finale: "Non se lo merita nessuno, figuriamoci Draghi. Neanche l'ultimo degli italiani".

Grillo blinda i due mandati

Conte aveva annunciato che la base si sarebbe espressa con un voto online, entro fine giugno, per decidere se mantenere il limite del doppio mandato o apportare delle modifiche. Alla fine la scissione provocata ha fatto saltare la consultazione sul web, senza dimenticare che il blitz a Roma dello stesso Grillo aveva innescato delle divisioni. Ma questa mattina è stato il comico a blindare il vincolo storico dei 5 Stelle.

"I nostri due mandati sono la nostra luce in questa tenebra incredibile, sono l'interpretazione della politica in un nuovo modo, come un servizio civile", ha rivendicato Grillo. Che ha definito i due mandati come un antibiotico da salvaguardare nella maniera più assoluta, ricordando anche che le regole erano state concepite con Gianroberto Casaleggio "non per andare avanti".

Poi è andato oltre, sostenendo che quella dei due mandati deve diventare una legge di Stato. E via così alle vecchie bandierine sventolate in piena campagna elettorale dai 5S, che si apprestano a tornare sul piede di guerra contro il palazzo e il sistema politico italiano. Le priorità indicate da Grillo sono una legge "contro i cambi di casacca", una legge elettorale proporzionale con sbarramento e una legge sulla sfiducia costruttiva.

L'attacco a Di Maio

Oltre ad aver fatto muro sul totem del Movimento, Grillo non ha fatto mancare una stoccata a Luigi Di Maio. Il co-fondatore del M5S ha parlato degli stravolgimenti subiti, delle defezioni e degli addii di chi ha preferito accasarsi altrove. Il tutto condito da un passaggio ironico, ma al veleno, verso il ministro degli Esteri: "Gigino 'a cartelletta' ora è di là che aspetta il momento di archiviarsi in qualche ministero della Nato. E ha chiamato decine e decine di cartellette che aspettano come lui di essere archiviate a loro volta in qualche ministero".

Il vittimismo dei 5 Stelle

Il comico genovese ha anche recitato la parte della vittima, tornando a pungolare i giornalisti e il sistema mediatico del nostro Paese. "Sono tutti contro di noi, tutto l'arco costituzionale.

Anche fisicamente, se ti guardano spostano lo sguardo come fossimo degli appestati. Se il sistema reagisce così vuol dire che abbiamo ragione", ha lamentato Grillo. Che se l'è presa con quelli che ha definito "i bulli della stampa e della televisione".

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