In attesa di Rousseau Beppe Grillo iscrive Mario Draghi al M5s, Vito Crimi prenota un ministero e Alessandro Di Battista comizia sulla pagina Facebook del giornalista del Fatto Andrea Scanzi. L'Elevato appare poco dopo le 21 e 30 in una diretta Facebook. Camicia e giacca nera, come per l'incontro con Draghi, rinvia il voto su Rousseau e butta la palla in tribuna. «Mi aspettavo il banchiere di Dio e invece un grillino», dice di Draghi. Il Garante scherza: «Mi ha detto mi voglio iscrivere e allora facciamo il meetup, faccia volantinaggio». Grillo dipinge un Draghi pieno di complimenti per gli stellati, rilancia sul ministero per la transizione ecologica. «Lui mi chiama l'Elevato, io non so come chiamarlo, lo chiamo supremo, giochiamo...». Fa battute Grillo, ma con la faccia tirata. Poi rinvia il voto su Rousseau: «No, aspettiamo un attimo che lui abbia le idee chiare». Il fondatore batte di nuovo sul veto sulla Lega: «Ho detto primo non ci deve entrare la Lega perché la Lega di ambiente non ha mai capito una mazza di niente. E lui mi ha detto non lo so eh, vediamo». Di fatto Grillo prende tempo. La situazione nel M5s è incandescente. C'è chi protesta subito per il fatto che il video sia partito dal canale ufficiale del Movimento.
Qualche ora prima, per poco Crimi e Di Battista non vanno in onda in simultanea. Infatti l'ex deputato si collega con Scanzi alle 18, mentre la delegazione grillina, Beppe Grillo incluso, è ancora dal premier incaricato. Soltanto la lunghezza dell'incontro con Draghi, un'ora e venti, fa sfumare la sovrapposizione tra i due eventi, che secondo i maliziosi era stata cercata da Di Battista. Il reggente esce soddisfatto. Prenota per il M5s il super-ministero per la transizione ecologica: «Abbiamo insistito sulla creazione di un super ministero per la transizione energetica, l'ambiente e il trasporto». Il paletto del M5s resta il reddito di cittadinanza. «Abbiamo avuto la rassicurazione che oggi più che mai è necessario rafforzare le misure di sostegno», dice il reggente. Quindi il No al Mes. «Da Draghi il Mes non è stato minimamente elencato come punto dell'azione di governo», sottolinea Crimi rassicurando la base.
Soltanto pochi minuti prima si conclude l'intervista di Di Battista. Che apre all'ipotesi dell'astensione, ventilata anche da Barbara Lezzi. «Ritengo che l'opzione dell'astensione sia ragionevole», spiega. Lo fa proprio nelle ore in cui i «ribelli» stanno trattando per far inserire nei quesiti su Rousseau l'opzione dell'astensione. Un deputato governista incrocia le dita: «Spero che il quesito non sia un Draghi sì-Draghi no». Su questo punto la mediazione è serrata. C'è indecisione sul numero dei quesiti da sottoporre agli attivisti. Già prima del video del Garante circola l'ipotesi di un rinvio del voto perché gli iscritti non avrebbero elementi a sufficienza su cui decidere. I ribelli vedono il traguardo, ma i governisti confidano nell'«effetto-Grillo». Dibba solletica la pancia dell'antiberlusconismo: «Mi darebbe fastidio vedere ministri e sottosegretari seduti in un governo vicino a Forza Italia. Mi auguro che questa scelta non si farà: se si dovesse fare rifletterò su cosa fare». Scanzi chiede a Di Battista se ha mai pensato di andare via o creare un altro partito. L'ex deputato tentenna e si limita al «non ci ho mai pensato».
Su Conte spiega che potrà entrare nel direttivo e dice di essersi chiarito con Di Maio. La fronda intanto serra i ranghi con un evento su Zoom intitolato V-Day, a cui partecipa anche la Lezzi. Ma stavolta Grillo non c'è.
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