Guarda chi si rivede: l'inflazione. Ma la colpa è tutta dei vegani

Critiche al nuovo paniere Istat con tanta tecnologia e cibi chic

Guarda chi si rivede: l'inflazione. Ma la colpa è tutta dei vegani

Roma - Un po' come Sanremo, il paniere inflazione dell'Istat arriva puntuale ogni anno per dirci come cambiano i costumi e i consumi degli italiani. Ieri, insieme alla notizia che i prezzi hanno registrato ancora una volta una crescita, è arrivata la versione aggiornata del gruppo di beni e servizi che nel 2017 saranno monitorati per misurare le variazioni dei prezzi. Modifiche che sembrano studiate per fare notizia. Come in tutte le ultime versioni c'è un po' di tecnologia ultima versione, con vecchi apparecchi che escono e altri che entrano. Quest'anno è stato dato il benservito alle videocamere che hanno lasciato la casella libera alle action camera. Entrati anche i non diffusissimi smartwatch e sound bar (gli altoparlanti da televisione) e le anche asciugatrici, che fino ad oggi sembravano una prerogativa dei paesi freddi. Ma fanno capolino scelte etiche che evidentemente hanno guadagnato dignità statistica. È i caso dei preparati vegetariani e vegani. Oppure i centrifugati e di frutta e verdura consumati al Bar. Torna la birra, ma in versione artigianale. Sembra insomma di sfogliare un magazine anni Ottanta con le classifiche di cosa è in e cosa è out.

C'è chi comincia a mettere in discussione la metodologia Istat. La nuova versione del paniere ha suscitato perplessità tra i consumatori. Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Il fatto è che già da qualche anno vengono inseriti nel paniere «prodotti tecnologici molto costosi, ancora limitatamente diffusi: si tratta di una scelta errata, poiché la inevitabile contrazione dei prezzi di tali beni nel tempo condiziona al ribasso il tasso di inflazione in termini generali». Senza contare, spiegano i consumeristi, che «l'inserimento di tali prodotti nel paniere dovrebbe avvenire solo nel momento in cui la loro diffusione raggiunga almeno il 20% della popolazione».

Negli ultimi tempi si sono moltiplicate le richieste per prevedere altri panieri specifici per determinate categorie, per le famiglie numerose o per fasce di età. L'unica proposta che sta facendo breccia è quella sul paniere dei pensionati, anche perché è sulla base degli indici Istat che si decidono gli adeguamenti dell'assegno di chi si è ritirato. Quello in vigore, ha spiegato tempo fa il segretario della Uil pensionati Romano Bellissima, «non è adeguato a misurare lo stile di vita di chi si è ritirato dal lavoro e quindi non registra in modo corretto le variazioni di prezzi dei prodotti» consumati dagli anziani. La soluzione passa da un paniere ad hoc che il governo a quanto pare sta già valutando. Il dato importante di ieri è che nel primo mese dell'anno i prezzi al consumo sono saliti dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,9% nei confronti di gennaio 2016. A crescere sono stati i beni energetici non regolamentati (+9,0%, da +2,4% del mese precedente) e degli alimentari non lavorati (+5,3%, era +1,8% a dicembre). La crescita rispetto all'anno scorso è la più alta da oltre tre anni, cioè dal 2013. Si tratta del terzo mese consecutivo di crescita, segno di un inversione di tendenza, che non può essere accolta come una buona notizia.

Confersercenti osserva come al netto degli energetici l'indice dei prezzi è fermo. In queste condizioni, il Paese «non è in grado di sopportare una ulteriore sottrazione di risorse per la crescita e l'occupazione» come l'aumento delle accise annunciato dal governo.

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