La guerra dei migranti degli Stati del Sud: Casa Bianca contro i governatori repubblicani

L'accusa: profughi portati con l'inganno nelle città liberal. "Come i trafficanti"

La guerra dei migranti degli Stati del Sud: Casa Bianca contro i governatori repubblicani

New York. È guerra aperta sui migranti tra la Casa Bianca e gli stati repubblicani del sud degli Usa. «La tattica usata dal Ron DeSantis è la stessa che usano i trafficanti di essere umani in Messico e Guatemala», tuona la portavoce di Pennsylvania Avenue, Karine Jean-Pierre, puntando il dito contro il governatore della Florida per l'ultima mossa di inviare i richiedenti asilo a Martha's Vineyard, la località di vacanza in Massachusetts amata dai Kennedy e dai ricchi americani. «I richiedenti asilo erano stati ingannati, pensavano di andare a Boston e sono lasciati senza nulla», prosegue. Mentre nei giorni scorsi ha definito «vergognoso e crudele» lo «stratagemma» dei governatori repubblicani - a partire da quelli del Texas Greg Abbott e dell'Arizona Doug Doucey, oltre a DeSantis - di spedire con bus o aerei gli immigranti illegali nelle città santuario democratiche che li proteggono. Da aprile Abbott e Doucey hanno inviato almeno 9.600 migranti a New York, Washington e Chicago, una mossa che ha spinto la prima cittadina della capitale, la dem Muriel Bowser, a dichiarare lo stato di emergenza. Il governatore del Texas, intanto, in segno di sfida alla Casa Bianca ha inviato persino alcuni pullman di clandestini vicino al Naval Observatory, la residenza della vice presidente Kamala Harris, che ha in mano il dossier immingrazione. «Inviamo migranti nel giardino di casa» di Harris per chiedere «all'amministrazione di fare il suo lavoro e mettere al sicuro il confine», ha detto Abbott. Anche DeSantis sceglie la linea dura, avvertendo che «è solo l'inizio», e spenderà «ogni centesimo» a sua disposizione per ricollocarli come fatto con quelli mandati a Martha's Vineyard (la Florida ha stanziato 12 milioni di dollari per inviare i clandestini nelle città democratiche). La vicegovernatrice del Sunshine State Jeanette Nunez, da parte sua, rivela a una stazione radio locale in lingua spagnola che ora potrebbero spedire gli immigrati in Delaware, lo stato di origine del presidente Biden. DeSantis punta molto sul dossier immigrazione per la corsa alla rielezione a novembre, ma guarda anche avanti, essendo uno degli aspiranti repubblicani alla Casa Bianca e secondo solo a Donald Trump per popolarità nel partito. E proprio in quella che sembra l'anteprima di una potenziale campagna presidenziale del 2024, a lanciargli la sfida è ora il governatore dem della California Gavin Newsom. «Chiaramente sei distratto e impegnato a fare politica con la vita della gente. Visto che il tuo bisogno maggiore è quello di attenzione allora incontriamoci per un dibattito», chiosa Newsom, anche lui in corsa per la rielezione. E se DeSantis lo prende in giro dicendo che usa troppo gel per capelli e questo «interferisce con le sue funzioni celebrali», lui risponde: «Io porto il mio gel, tu porta la tua lacca. Scegli un giorno prima delle elezioni».

I circa 50 migranti inviati a Martha's Vineyard saranno

trasferiti «volontariamente» in una base militare a Cape Cod per ricevere assistenza: in tanti hanno raccontato di essere stati ingannati, e che gli avevano promesso «opportunità di lavoro e aiuti» se fossero saliti sull'aereo.

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