Viviamo oggi in un flusso indifferenziato di immagini che il web prima e i social dopo hanno moltiplicato all'ennesima potenza. Eppure, da quando nacque la fotografia fin da metà Ottocento, ogni generazione ha avuto i suoi frames condivisi, quelle inquadrature persistenti che tutti hanno visto, commentato e assunto come un romanzo di formazione per immagini. Time, probabilmente la più autorevole rivista del pianeta, ha appena pubblicato le cento foto più influenti di tutti i tempi, quelle che sono rimaste fissate nella retina, nella memoria e mai verranno cancellate.
Di cronaca e di spettacolo, di guerra e di pace, di sport e di politica, di grandi conquiste e di drammi inumani, costruendo il più affidabile racconto sul mondo che dice molto di noi, delle nostre emozioni, dei sogni e delle utopie. Con gli anni Sessanta c'è un discrimine temporale forte: la foto diventa espressione della modernità sia che si tratti di reportage per cercare di dire la verità, sia di un linguaggio artistico che finalmente entra nei musei. Noi, figli di quel tempo, abbiamo fraternizzato con gli atleti neri alle Olimpiadi del '68 di Città del Messico, quando il mondo si infiammava per il desiderio di libertà. Poi l'uomo ha messo il primo piede sulla Luna, ci ha piantato la bandiera americana e per la prima volta la Terra è apparsa davvero distante. La compassione umana, invece, non ha stagione: la bambina bruciata dal Napalm è del 1972, durante la guerra in Vietnam, il corpo del piccolo profugo abbandonato sulla spiaggia è dell'estate 2015, entrambi gli scatti rimandano alla figura di Cristo e al suo sacrificio. Immortale è certamente la foto del giovane studente a piazza Tienanmen, lui da solo a fermare i carri armati. Siamo nel 1989, lo stesso anno in cui viene «scoperto» il www, e non sappiamo cosa abbia cambiato di più il mondo.
Pensavamo che quelle degli uomini che si gettano dal grattacielo l'11 settembre 2001 fossero davvero le ultime immagini condivise, un punto di non ritorno dell'orrore.
Di lì a pochi anni (nel 2007) sarebbero nati gli smart-phone e con loro l'estetica fotografica assumerà l'ultima mutazione che non sarà però definitiva. Lo scatto del presente si chiama selfie ed è dunque la nostra immagine a fare il giro del mondo. Persino quello della notte degli Oscar del 2014 finisce per assomigliare così a una vecchia foto di famiglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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