La guerra ibrida all'Italia: attacco hacker a Crosetto, ombre sui gruppi filo-Putin

Colpito il profilo X del ministro della Difesa. Nel 2025 già 346 incursioni cyber contro le istituzioni nazionali

La guerra ibrida all'Italia: attacco hacker a Crosetto, ombre sui gruppi filo-Putin
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L'hackeraggio del profilo X del ministro Guido Crosetto è solo l'ultimo evento anomalo che sfiora le nostre istituzioni e che attiene alla sicurezza nazionale. Nel contesto globale condizionato dalle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, anche l'Italia, per il suo posizionamento, è finita nel mirino di quella che gli analisti chiamano guerra ibrida, che si combatte sul terreno di attacchi cibernetici, messi a segno da gruppi considerati vicini al Cremlino, minacce connesse al terrorismo di matrice islamista, e azioni di disinformazione ai danni dei sostenitori di Kiev.

Già lunedì il ministro della Difesa dovrebbe presentare denuncia per l'hackeraggio del suo account X, dove giovedì erano apparsi post in cui si chiedevano donazioni in criptovalute per Gaza ("La catastrofe umanitaria necessita di ogni strumento a nostra disposizione"), e pure per il funerale di Giorgio Armani. Crosetto attende però anche risposte da X, la piattaforma di proprietà di Elon Musk, per capire cosa sia accaduto.

L'intromissione viene presa molto sul serio per il livello della figura istituzionale colpita, anche se il ministro era già stato negli ultimi tempi "utilizzato" da truffatori che si spacciavano per lui, e chiamavano suoi conoscenti e imprenditori per chiedere denaro. Ma il nostro Paese è bersaglio di attacchi informatici crescenti, che hanno registrato un'impennata da gennaio a oggi, con un aumento del 98 per cento rispetto all'anno precedente. Ben 346 episodi contro quasi tutti i ministeri, strutture sanitarie, società pubbliche. I sospetti riguardano sempre gruppi vicini a Mosca. Lo stesso sito del ministero di Crosetto tra luglio e agosto è finito nel mirino. E' rimasto bloccato per diverse ore, ufficialmente per manutenzione, ma in realtà si stava respingendo un tentativo di intrusione.

Ci sono poi le minacce tradizionali su cui l'allerta è massima. Le misure di sicurezza sono scattate immediatamente per il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che tre giorni fa era presente alla festa della Macchina di Santa Rosa di Viterbo. E' stato portato in una caserma, mentre la Digos fermava due turchi armati di pistole e mitra sul percorso della processione. Forse, come starebbe emergendo dal lavoro degli inquirenti, si trovavano lì per un tentativo di regolamento di conti tra bande della criminalità organizzata turca, ma la cautela è massima. Il ministro Tajani era già stato destinatario di minacce in una lettera anonima nel novembre scorso, intestata al "Global movement against the nazi-zionist terrorist state of Israel for the liberation of Palestine": Utilizzeremo la forza armata per colpire tutti gli interessi dello Stato terrorista di Israele, comprese le sue ambasciate, i suoi musei e tutte le attività e raduni in tutto il mondo.

Ieri a Triste è stato fermato per terrorismo un 25enne, originario del Pakistan. "Non abbiamo elementi che ci possano dire che stesse preparando attentati o azioni", ha spiegato la procuratrice, Patrizia Castaldini.

Però, "visto che ha riprodotto video inneggianti agli attentati terroristici di Parigi e Bruxelles e sappiamo che molto spesso questi lupi solitari potrebbero colpire inavvertitamente, la procura ha inteso emettere un provvedimento di fermo. In questa fase non sono emersi collegamenti con altri soggetti, lui risulta l'unico coinvolto".

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