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Ha difeso la Roccella, Lo Russo isolato. Mugugni Pd: "Siamo un centro sociale"

Il sindaco solidale con il ministro viene sconfessato da Schlein. Fra gli eletti ora monta il malumore per la linea massimalista

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«È così facile, ha ragione Lo Russo e ha torto la Schlein, nei gruppi parlamentari la pensiamo tutti così», si sfoga con Il Giornale un deputato del Pd molto autorevole, che non ha sostenuto Elly Schlein all'ultimo congresso dem. La questione, spinosa, è quella del Salone del Libro di Torino, con annesse contestazioni alla ministra Eugenia Roccella e discutibile difesa d'ufficio del blitz da parte della segretaria. Mentre i parlamentari del Pd si esprimono solo se protetti dalla garanzia dell'anonimato, a metterci la faccia è Stefano Lo Russo, sindaco dem del capoluogo piemontese. Il primo cittadino ha subito espresso solidarietà a Roccella, condannando «l'episodio increscioso che le ha impedito di esprimersi». E ancora ieri, sempre Lo Russo: «Sono convinto che la libertà di parola sia un valore fondativo della sinistra e sono dispiaciuto che la ministra non sia riuscita a presentare il libro». Toni molto diversi dalle parole di Schlein, che invece se l'è presa con la destra che «non tollera il dissenso». A Torino, però, il sindaco viene linciato dai consiglieri vicini alla segretaria, dalla sinistra ecologista e dai movimenti arcobaleno.

In Parlamento Schlein ieri non c'era, ma tantissimi eletti non esitano a criticare il suo atteggiamento sulle proteste al Salone del Libro. «Siamo diventati come i centri sociali», sbotta un parlamentare. Un altro dirigente del Pd attacca: «Nel partito è convinzione diffusa che non bisogna impedire a nessuno di parlare, la segretaria avrebbe dovuto mostrare più equilibrio». I deputati e i senatori che accusano Schlein per la sua difesa d'ufficio della contestazione che ha zittito Roccella non sono proprio gli ultimi arrivati. Si tratta di esponenti cattolici, riformisti, ex renziani, ma anche più di sinistra. Tutti al congresso hanno sostenuto Stefano Bonaccini oppure gli altri due candidati sconfitti: Gianni Cuperlo e Paola De Micheli. Il dissenso più rumoroso ancora non viene espresso in chiaro, ma il malumore è come una goccia che lentamente sta scavando la pietra. Gioco facile, dato che la segretaria ha collezionato un filotto di gesti divisivi. Dall'oltranzismo sui diritti civili alle nomine interne monocolore. Fino all'intervista a Vogue sull'armocromia e all'assenza nell'Emilia Romagna martoriata dal maltempo. E anche il Salone del Libro, con la leader pronta a giustificare i cori e i fischi che, di fatto, non hanno permesso a Roccella di presentare il suo libro.

«Il problema non è che non hanno fatto parlare un ministro, il punto è che tutti devono avere diritto di parola», insistono dai gruppi parlamentari dem. Ovviamente non mancano i difensori di Schlein, quelli che accusano la minoranza interna di «sfruttare ogni situazione pur di mettere in difficoltà la segretaria». «Favoriscono la destra per meri calcoli interni», l'obiezione. Eppure fa specie leggere messaggi critici in una delle chat WhatsApp delle donne del Pd.

«Le donne devono esprimere il loro dissenso, ma non devono impedire a un'altra donna di parlare», scrive una parlamentare.

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