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"Ha ragione...". Bersani difende Conte e strizza l'occhio ai 5S

In tv il fondatore di Articolo Uno lancia l'assist a Conte e difende i 5S: "Hanno percepito ostilità o disprezzo ovunque si voltassero". Qualcosa si muove a sinistra

"Ha ragione...". Bersani difende Conte e strizza l'occhio ai 5S

Il "soccorso rosso" a Giuseppe Conte è arrivato da sinistra. L'assist al presidente del Movimento Cinque Stelle lo ha lanciato Pierluigi Bersani, voce solitaria levatasi in difesa dell'ex avvocato del popolo. Nelle giornate delle ennesime inteperanze pentastellate, il fondatore di Articolo Uno ha offerto la propria benevola assoluzione all'operato del presidente 5S, assecondando di fatto il suo atteggiamento nei confronti della maggioranza di governo.

"Arriveremo alla fine della legislatura non senza qualche strappo", ha profetizzato Bersani intervenendo ieri sera su La7. Poi, l'ex segretario Pd ha preso le parti dei Cinque Stelle, finiti ulteriormente nella bufera dopo la recente mossa ostile alla Camera. "Errori e limiti da parte loro ci sono stati, ma hanno percepito ostilità o disprezzo ovunque si voltassero. Esiste un concetto che si chiama dignità: non è la fase in cui si sta attaccati alla sedia, ma la fase in cui c'è da difendere la dignità", ha arringato Bersani, abbozzando un'ideale corrispondenza con gli atteggiamenti dei grillini nei confronti dei colleghi della maggioranza.

Poco prima, l'esponente di Articolo Uno aveva dato ragione a Conte sul salario minimo. "Ha ragione quando pone la questione? Perbacco!". Poi la bordata al governo Draghi. "I governi di larghe intese possono essere necessari ma mai sufficienti per definizione, perché non si riesce mai a prendere il toro per le corna". La metafora bersaniana, figura retorica ormai codificata nel linguaggio politico, non poteva mancare. In un altro passaggio della sua intervista a In Onda, su La7, l'ex segretario Pd si è lanciato in un'esplicita difesa del leader 5S che non ha mancato di scuscitare reazioni contrastanti.

"Conte, con tutti i suoi limiti ha affrontato il lockdown primo al mondo, ha preso i soldi dall'Europa, ha portato i 5s a votare per la Von der Leyen, è stato scalzato con una manovra di palazzo, ha sostenuto un governo che non ha mai pronunciato la parola 'Conte'", ha affermato Bersani, severo invece su Di Maio: "Ha votato la riduzione del reddito di cittadinanza dopo aver detto dal balcone di aver sconfitto la povertà". Parole che alcuni osservatori hanno interpretato come un messaggio di apertura alla compagine pentastellata, come una mano tesa in vista di future scosse di assestamento politico orientate a sinistra.

Del resto, già nei mesi scorsi erano circolate alcune indiscrezioni riguardo all'intenzione di Giuseppe Conte di sondare il terreno nell'area progressista, magari con l'ipotesi di lanciare poi una sorta di costituente per chiamare a raccolta le varie anime di quella compagine.

La fuoriuscita di Luigi Di Maio dal Movimento deve aver riacceso nei 5S il tema della ricollocazione nell'arco politico: verso il centro o verso sinistra? Con Bersani che ora sembra strizzare l'occhio, qualche facile congettura la si può già azzardare.

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