Hotel crollato, paura per gli ospiti «In venti sono riusciti a fuggire»

I soccorritori cercano tra i calcinacci del «Roma », dove alloggiavano 32 persone. Almeno 4 deceduti

Massimo Malpica

nostro inviato a Amatrice (Rieti)

Ad Amatrice era più di un'istituzione, era una «garanzia», come recita l'ultima recensione lasciata da un avventore il 23 agosto, l'ultima sera di servizio.

L'hotel ristorante «Roma» si vantava di essere la casa madre dell'Amatriciana (il condimento che porta il nome del paese in tutto il mondo) e uno dei luoghi simbolo del «paese degli spaghetti», come la chiesa di Sant'Agostino e la torre Civica. Ci aveva mangiato pure Giovanni Paolo II, tra i tanti vip le cui foto ornavano le sale del ristorante dal gusto un po' retrò, tra il tintinnare di bicchieri e i camerieri che portavano ai tavoli generose porzioni di gricia, abbacchio, arrosticini e, naturalmente, amatriciana, la vera specialità-feticcio del Roma. Che aveva dalla sua anche la vista mozzafiato, affacciato a strapiombo sulla valle com'era. Poi la terra ha tremato nella notte tra martedì e mercoledì. Sant'Agostino ha perso metà della sua bella facciata e l'antico rosone, la Torre ha perso la campana e ha congelato il suo orologio alle 3.36. E al Roma è andata anche peggio. Il monumento all'Amatriciana, infatti, è collassato su se stesso. Un hotel che crolla in una città polverizzata dal terremoto sembra destinato a diventare l'epicentro del dolore. E infatti il sindaco-allenatore Sergio Pirozzi, a caldo, manifesta la sua paura, azzarda che i clienti rimasti in trappola possano essere tanti, anche una settantina. L'hotel ristorante da simbolo del paese sembra candidarsi a simbolo della tragedia. Persino il capo della protezione civile Fabrizio Curcio viene tirato in ballo sul tema, e spiega che 25 persone sono al lavoro per salvare i superstiti e recuperare le vittime, che in quel momento erano solo due. «Abbiamo notizia di altri sotto le macerie», spiega Curcio alle telecamere di Porta a Porta.

Poi le stime si fanno meno gravose, anche se drammatiche. I clienti registrati erano 30-32, quelli presenti effettivamente nella struttura forse anche meno, pare 27-28. E soprattutto le nutrite squadre dei soccorritori al lavoro nell'albergo non trovano, scavando, conferme del temuto sterminio. Dai calcinacci fino a ieri sera sono stati tirati fuori quattro cadaveri. E da quel che resta delle reception, anche i documenti di registrazione di due ragazzi, che risultano ancora dispersi e che si teme siano lì, sepolti da qualche parte tra i resti dell'albergo che avevano scelto per le vacanze agostane. Gli altri ospiti, quindi almeno una ventina di persone, sarebbero invece riusciti a mettersi in salvo, perché tranne quelli ritrovati vivi e portati in salvo, di altri non c'è traccia.

Potrebbero aiutare proprio i documenti recuperati via via dalle macerie. E un indizio prezioso sulla sorte dei «fuggiaschi» è arrivato dal dipendente di un supermercato di Amatrice, al quale una donna romana la mattina dopo il sisma ha chiesto alimenti senza glutine per i suoi figli, spiegando che quelli che aveva erano rimasti nell'hotel distrutto. L'ora del sisma, arrivato in piena notte, almeno qui ha risparmiato i clienti del ristorante, affollato anche l'ultima sera.

Tra i superstiti anche uno dei gestori del Roma, un 38enne estratto vivo dall'hotel e portato all'ospedale dell'Aquila con una sindrome da schiacciamento: le sue condizioni nella giornata di ieri si sarebbero aggravate.

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