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Per i 5 Stelle aria di crisi: tornano i contiani anti-Pd

L'ex premier soffre la concorrenza di Schlein e subito si attiva il soccorso del "Fatto" di Travaglio

Per i 5 Stelle aria di crisi: tornano i contiani anti-Pd

Sono gli avvocati dell'avvocato del popolo italiano. Se Giuseppe Conte perde terreno loro azionano la contraerea. Prendete il momento attuale. Il M5s, dopo l'elezione di Elly Schlein alla segreteria del Pd, si ritrova improvvisamente in difficoltà. I sondaggi sono in calo e il popolo della sinistra si è innamorato di una nuova leader. Salario minimo, guerra in Ucraina, perfino il reddito di cittadinanza. Schlein tallona i grillini su tutti i fronti aperti del progressismo. A sorpresa Conte è costretto a rincorrere, a reinventarsi.

Ma l'ex premier non è da solo. Con lui c'è Il Fatto Quotidiano. La milizia dei pretoriani del contismo. Parte Marco Travaglio, il direttore, il 15 marzo a Otto e Mezzo, su La7. «Non sono sicurissimo della scelta del tema per il debutto, ovvero il salario minimo, sia stata azzeccata. In realtà ha prestato il fianco alla risposta di Meloni», spiega contrito Travaglio dal salotto di Lilli Gruber mercoledì 15 marzo, giornata del primo faccia a faccia parlamentare tra la premier e la neo segretaria. Giusto, il salario minimo è roba di Conte. Bisogna contrattaccare. Infatti il giornalista prova a sorprendere Schlein in contropiede: «È stato il ministro Orlando, tra l'altro uno dei sostenitori di Schlein essendo uno dei leader della sinistra del partito, che ha fatto incagliare la proposta del Movimento 5 Stelle sul salario minimo legale a nove euro». Touché. Ancora Travaglio, venerdì ad Accordi e Disaccordi sul Nove: «Il problema non è Schlein ma i cacicchi che ha intorno, chiedano scusa». Parlare ai cacicchi perché la nuova competitor di Conte intenda. Insomma, dopo le iniziali lodi alla leader dem, il giornale vicino al M5s ha cambiato atteggiamento. Osservazioni puntute, critiche spigolose. Per non parlare delle polemiche sulla caricatura di Schlein pubblicata dal Fatto. Un disegno che si è attirato le accuse di antisemitismo per la didascalia in cui si sottolineavano le ascendenze ebraiche della segretaria e il nasone con cui è stata ritratta.

Dopo gli applausi della platea della Cgil a Schlein, Il Fatto ha schierato anche altre penne di prestigio. Come Selvaggia Lucarelli, che ieri ha firmato un pezzo dal titolo più che eloquente: «La Cgil in formato peluche: soccorso rosso per Giorgia». Ecco l'attacco dell'articolo: «Come sempre, quando la destra ha un momento di difficoltà, arriva la sinistra a tenderle una mano». Che sembra più o meno ciò che sta facendo il quotidiano diretto da Travaglio con Conte. Maurizio Landini è il bersaglio del commento di Lucarelli. «Pensati furbo, Landini non è stata una gran mossa», si legge. «Landini e Chiara metallurgica salvano Giorgia», il titoletto in prima pagina. La colpa del segretario del sindacato rosso sarebbe quella di avere invitato la Meloni e di non avere aizzato la folla contro la premier. E pensare che, solo fino a prima delle primarie del Pd, Landini era uno dei profeti del progressismo, naturalmente insieme a Conte.

Più che sul lavoro e sul salario minimo, l'ultima spiaggia del M5s pare essere la guerra in Ucraina. Non è un caso che su questo fronte si sia mosso il prof. Alessandro Orsini, commentatore del Fatto Quotidiano. Lo studioso giovedì ha attaccato Schlein dal suo seguitissimo canale YouTube, accusandola di ipocrisia sul conflitto tra Kiev e Mosca. «Schlein ha votato per l'invio di armi in Ucraina per un anno intero», la sottolineatura di Orsini, che ha ricordato il no del M5s agli aiuti bellici agli ucraini. «Schlein ha qualche problema con la parola pace», la conclusione.

La scialuppa per Conte è stata lanciata.

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