I 5s divisi sono più deboli: Conte al 12%, Di Maio al 2%. E Grillo vuole tornare a teatro

Anche i sondaggi lo confermano: il Movimento si sta sciogliendo, come predetto dal garante. E nemmeno Ipf va bene

I 5s divisi sono più deboli: Conte al 12%, Di Maio al 2%. E Grillo vuole tornare a teatro

I numeri sembrano dare ragione a quanti, all'interno del M5s, auspicano l'autodistruzione del Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. La profezia del Garante sul partito biodegradabile si sta avverando sotto i colpi della scissione di Luigi Di Maio. L'ultimo sondaggio di Ipsos di Nando Pagnoncelli, pubblicato ieri dal Corriere della Sera, sta lì a dimostrarlo. La rilevazione certifica il crollo verticale dei Cinque Stelle guidati da Giuseppe Conte, ma registra una prima prestazione non esaltante anche per Insieme per il Futuro. Il dato più eclatante è la flessione dei grillini. Rispetto all'ultimo sondaggio del 25 maggio i pentastellati perdono l'1,6% dei consensi. Un risultato più che deludente, se sommato al -1,3% totalizzato tra la fine di aprile e la fine di maggio. Quasi due punti bruciati in due mesi. E non va meglio per quanto riguarda il gradimento personale del leader Conte. Tra la fine di maggio e la fine di giugno l'avvocato ha perso un punto percentuale (dal 32% al 31%). Ma colpisce il crollo delle preferenze anno su anno. Conte il 27 maggio 2021 aveva il 51% del gradimento. Ora ha venti punti in meno, il 12,1% L'altro capitolo del big bang dei consensi stellati è su Di Maio. Insieme per il Futuro è quotato al debutto al 2,3%. Una performance in controtendenza rispetto al sondaggio Winpoll- Il Sole 24 Ore di una settimana fa, che accreditava Ipf al 4,7%. Ma bisogna dire che alcuni esperti sostengono che una nuova formazione politica per essere sondata con affidabilità ha bisogno di almeno un mese di tempo di decantazione. Di Maio va meglio però nell'indice di gradimento, con il 24% di giudizi positivi, sei punti sotto Conte e un solo punto dietro Salvini.

I numeri del crollo si inseriscono in un contesto caotico più che mai. Con il Movimento che è diviso di nuovo tra governisti e neo-ortodossi contiani. Tra i parlamentari semplici, soprattutto al Senato, prevale la spinta per l'uscita dal governo. Ma la pattuglia dei governativi annovera esponenti di primo piano come il ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà e la ministra delle Politiche Giovanili Fabiana Dadone. Tra i governisti anche il capogruppo alla Camera Davide Crippa, vicino a Grillo. Intanto Conte si prepara a incontrare domani il premier Mario Draghi. Prima del faccia a faccia ha convocato un Consiglio Nazionale del M5s. Probabilmente l'organo di vertice degli stellati darà mandato all'ex premier di trattare con Draghi sui provvedimenti bandiera del Movimento. Dal Superbonus al reddito di cittadinanza, fino al no al termovalorizzatore a Roma, con incursioni sulla guerra in Ucraina. I contiani spingono anche per un voto online sulla permanenza al governo, idea rilanciata dall'assessore regionale del Lazio e personaggio storico del grillismo Roberta Lombardi in un'intervista a Repubblica. Una consultazione che, stando alle voci interne, aprirebbe la strada a un'uscita dall'esecutivo.

Nel mosaico del M5s un tassello importante è Grillo. Il Garante è irritato con Conte per l'affaire De Masi e sta pensando di tornare a teatro con un nuovo show. Volontà confermata all'Adnkronos dal suo impresario Aldo Marangoni: «Beppe vuole tornare in scena entro l'anno».

E il sociologo De Masi si difende dalle accuse di fughe di notizie: «Non ho tradito Grillo, amicizia finita? Pazienza». Nel frattempo cresce il numero dei grillini che non escludono che il fondatore possa riprendersi il simbolo e congelare il M5s.

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