I bagni a un chilometro e quel cibo da mensa: dieci incubi per i turisti

Lamentele per alberghi stellati e agriturismo Non sempre si trova ciò che c'è sui depliant

I bagni a un chilometro e quel cibo da mensa: dieci incubi per i turisti

Anche quando ci sono le stelle, il cibo spesso è da stalle. In ferie si mangia male: gli italiani sottoscrivono questa verità senza esitare. Cornetti, torte, muffin ammuffiti, fette di pane più stecchito che croccante, frutta scadente. Tanto gli alberghi stellati dello Stivale quanto le cascine di garbata tradizione scivolano sulla buccia di banana della prima colazione. La pessima qualità del cibo è in testa alla classifica delle proteste al rientro dalle vacanze. Il Paese della bella forchetta non garantisce una mensa all'altezza della sua nomea di buona tavola, tanto che il 19 per cento della clientela segnala il disagio al Codacons, che ha stilato un decalogo degli inconvenienti più molesti nel luogo di vacanza.

Al secondo posto viene la pulizia, assente nelle stanze di hotel e nei bagni, in modo particolare nei campeggi. Più di una volta durante l'estate si sono lette denunce di scarafaggi tra le lenzuola, ma l'imbarazzo per un turista arriva quando passa dall'aria amena del mare alle toilettes, dove non trova né igiene né carta igienica. Subito dopo la condizione scabrosa del WC arriva la situazione altrettanto indecente del Wi-Fi. Due servizi dagli umori e rumori così lontani, eppure capaci di suscitare uguale irritazione nel loro fruitore. Telefonini e tablet sono diventati intimi compagni di viaggio. Chi penserebbe di separarsene durante una vacanza? Nessuno, anzi è proprio in ferie che messaggini, email e giochini si scatenano. Senza il Wi-Fi i costi della connessione per viaggiare via etere diventano eccessivi, il segnale non è stabile e la comunicazione viene interrotta da interferenze sgradevoli.

Le strutture non si sono adeguate al cambiamento degli usi e i costumi e nonostante l'uso della tecnologia sia evidentemente il nostro vanto, vezzo e vizio, la sua funzione perfetta non viene garantita su spiagge e monti. Altra assenza notata dall'11 per cento delle persone è l'aria condizionata nelle stanze, che non è soltanto una comodità ma anche una garanzia di salute se a spostarsi sono persone della terza età. Oggi il viaggiatore si informa. Prima di partire consulta siti in rete, legge depliants e riviste specializzate, che danno immagini false del luogo che deve raggiungere. Si dice che c'è un parcheggio vicino alla struttura: poi non c'è. Si parla di noleggio di biciclette, ma invece non è vero. Si racconta che l'ombrellone in spiaggia è convenzionato con la stanza e poi si devono pagare euro in più perché la convenzione non è reale. Sembra impossibile che nel 2016 accadano «truffe» che persino per Totò oggi sarebbero arcaiche.

Succede anche a coloro che cercano la dolce, spartana casina sperduta in mezzo al bosco o nella pineta. Hai voglia di raccontare il miraggio di due cuori e una capanna, se poi nella capanna non c'è né il forno, né la bombola a gas per cucinare a mezzanotte il piccante spaghetto olio, aglio e peperoncino. È successo al 5 per cento di signore e signori che volevano trascorrere in lieta armonia la settimana di delizia lacustre o campestre.

Un capitolo a parte merita la voce «trasporti». Il 14 per cento lamenta il ritardo dei treni, alquanto irritante sotto il solleone di agosto. Il 2 per cento è stato truffato dai voli aerei. L'aeroplano verso l'isola che c'è o partiva con ore di ritardo oppure addirittura era stato cancellato. Ma ammesso che molti dei malcapitati siano riusciti a raggiungere stazioni o aeroporti, un'altra sorpresa era in agguato: non c'era nessun mezzo, a parte il taxi, per arrivare in albergo o in campeggio.

Così finiva che tutto il gruzzolo risparmiato cercando il villaggio economico, la stanza abbordabile, la spiaggia libera, se ne andava in una corsa in taxi, senza aria condizionata, in mezzo a rocce e piane senza connessione Wi-Fi, con WC lontani mille miglia.

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