I cattolici contro il Papa. La protesta dei biglietti per boicottare la Chiesa

Francesco da oggi in visita nell'isola. Ma i fedeli lo disertano in polemica con i casi di pedofilia

I cattolici contro il Papa. La protesta dei biglietti per boicottare la Chiesa

Londra L'Irlanda si ribella al Papa. Non inizia certo sotto i migliori auspici la visita di Papa Francesco in uno dei Paesi più cattolici d'Europa. Lo aspetta infatti un'iniziativa che non ha precedenti e che si preannuncia come una delle proteste più eclatanti contro la Chiesa, colpevole nel passato, soprattutto in Irlanda, di centinaia di reati di pedofilia nei confronti di minori innocenti.

Non è Papa Francesco a essere messo sotto accusa, anzi questo Pontefice è stato forse il primo a voler condannati i sacerdoti che si erano macchiati di una simile colpa, ma quello che Francesco rappresenta: una Chiesa che ha sempre saputo e che ha sempre coperto ogni misfatto e i relativi colpevoli. Così in molti hanno deciso di «dire di no al Papa», boicottando la sua udienza a Knock e la messa a Dublino in un modo alquanto originale. Chi vuole esprimere il suo dissenso ha richiesto un biglietto per partecipare e invece non si presenterà. «Si tratta di una protesta silenziosa e pacifica», hanno spiegato gli organizzatori della campagna chiamata appunto Say Nope to the Pope, che sulla pagina Facebook conta 9mila sostenitori. «Come cittadini irlandesi abbiamo diritto a ricevere un biglietto per essere presenti all'udienza papale ha spiegato Michael Stewart . I contribuenti hanno finanziato questa visita e il governo non ha tenuto conto della loro fede. Questo dettaglio è stato la ciliegina sulla torta che ha fatto esplodere un malcontento già molto forte».

Ci sono mezzo milione di biglietti disponibili per la messa e altri 45mila possono essere richiesti per la visita a Knock. Ma sembra che saranno in molti a disertare. C'è chi afferma di aver richiesto 1.312 biglietti, mentre un altro ne ha ottenuti 800 usando indirizzi mail differenti. Quando Mary Coll ha visto l'annuncio della messa nel grande parco di Dublino non ha avuto esitazioni. Ne ha richiesto uno a nome suo e un secondo con il nome di sua madre, che l'aveva data in adozione nel 1962: nessuna delle due si presenterà all'appuntamento. Mary invece guiderà fino a Limerick per presenziare a una veglia nel luogo in cui lo scorso anno è stata scoperta una fossa comune nei pressi di una casa per ragazze madri gestita dalla Chiesa cattolica. Furono trovati i resti di almeno 800 neonati. La signora Coll ha raccontato al quotidiano britannico The Guardian che la maggioranza degli irlandesi non sono contenti di questa visita. Molti sono furiosi per i tanti scandali sessuali che hanno visto protagonisti i sacerdoti e per come tutto sia stato insabbiato per un tempo così lungo. Inoltre Dublino ricorda bene anche l'inumano trattamento di tante giovani madri sole, cacciate dal Paese e costrette a dare i figlioletti in adozione contro la propria volontà.

Troppo dolore, troppe vite rovinate, troppi colpevoli lasciati impuniti. Gli irlandesi hanno detto «basta», e domenica preferiranno unirsi ai sopravvissuti agli abusi perpetrati dai servitori del clero piuttosto che recarsi ad ascoltare Sua Santità. Non raccogliere la sua chiamata è l'unico modo che conoscono per far sentire la loro voce. «Non esistono canali di dissenso all'interno della Chiesa spiega ancora Mary Coll , loro non sono interessati al nostro riscontro. Non è un'organizzazione dove puoi riempire un questionario e dare un giudizio sui loro servizi. La Chiesa agisce a modo suo e non si interessa a come uno la pensi».

La protesta è stata invece criticata dal primo ministro Leo Varadkar. «Negare la possibilità di ottenere un biglietto a chi vuole essere presente all'evento - ha dichiarato il premier irlandese è un'azione meschina, da poveri di spirito».

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