Politica

I collettivi cercano di zittire il prof. Panebianco

A Bologna i collettivi universitari interrompono una lezione dell'editorialista del Corriere della Sera Angelo Panebianco per suo pezzo sulla Libia

I collettivi cercano di zittire il prof. Panebianco

Gli antagonisti di sinistra contro il professor Angelo Panebianco. Il collettivo universitario autonomo (Cua) hanno interrotto una lezione del noto editorialista del Corriere della Sera per un suo articolo sulla Libia.

Mentre il professore stava tenendo a Scienze politiche, in strada Maggiore 45, sul tema "Teorie della pace e della guerra", gli studenti hanno alzato uno striscione con la scritta "Fuori i baroni della guerra dall'università" e hanno diffuso rumori di guerra con alcune casse stereo. Panebianco vuole denunciare gli attivisti e il rettore dell’Università, Francesco Ubertini, si è schierato dalla sua parte. "A nome di tutta la comunità accademica, esprimo la più ferma condanna per l'attacco nei confronti del professor Angelo Panebianco" – ha scritto il rettore deprecando un’azione che "è in netto contrasto con le più basilari regole della vita democratica. La libertà di espressione è un valore centrale e fondamentale per l'idea stessa di Università e ogni tentativo di sopprimerla troverà sempre una dura e severa condanna da parte dell'intera comunità universitaria".

Una delle studentesse presenti alla lezione ha fermato l'iniziativa gridando: "Io pago le tasse universitarie, ora uscite" e la contestazione, come descrive Repubblica Bologna, si è spostata davanti all'ingresso di Scienze politiche. I collettivi hanno annunciato una nuova contestazione per il 29 febbraio, giorno dell'inaugurazione dell'anno accademico.“Risale al 14 febbraio l’ultima vergognosa fatica di Angelo Panebianco, noto barone Unibo ed editorialista del Corriere della Sera" - scrive il collettivo Cua in una nota - "in cui egli si chiede se 'noi italiani' saremo mai pronti per affrontare la guerra in Libia.

La verve guerrafondaia con cui il professore condisce il suo ultimo editoriale non ci stupisce: è solo l’ennesima presa di posizione reazionaria e sciovinista di un docente da sempre legato agli interessi bellici nostrani".

Commenti