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I consigli di Witkoff al telefono coi russi Ira dei repubblicani. "Uno show ridicolo"

Rivelate le parole dell'inviato a Ushakov. Le "gole profonde" e il ruolo di Rubio

I consigli di Witkoff al telefono coi russi Ira dei repubblicani. "Uno show ridicolo"
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"Caos" era la parola usata da un anonimo funzionario della Casa Bianca per descrivere lo scompiglio causato dall'iniziativa diplomatica dell'inviato Usa Steve Witkoff in accordo con i russi, i cui dettagli erano stati fatti trapelare alla stampa la scorsa settimana. "Spettacolo ridicolo" è ora la definizione del deputato repubblicano Brian Fitzpatrick, che chiede di "consentire al segretario di Stato Marco Rubio di svolgere il suo lavoro in modo equo e obiettivo". Fitzpatrick dà voce a quanti, all'interno del partito del presidente, stanno assistendo con sconcerto al proliferare di retroscena sulla genesi e la gestione del piano di pace americano per mettere fine alla guerra in Ucraina. Un susseguirsi di "scoop" che segnalano anche l'esistenza di una o più "gole profonde" all'interno di un'amministrazione Usa che punta invece a proporre un'immagine di compattezza e totale allineamento alle posizioni del presidente.

Le ultime rivelazioni, non smentite dalla Casa Bianca, sembrano confermare l'impressione che gli originari "28 punti" del piano, ora ridotti a diciannove, altro non fossero che un "lista dei desideri" di Mosca, come ammesso a porte chiuse dallo stesso Rubio, anche lui colto di sorpresa dalle accelerazioni di Witkoff. È stata Bloomberg News a pubblicare la trascrizione di una telefonata del 14 ottobre tra Witkoff e Yuri Ushakov, il principale collaboratore di Vladimir Putin per la politica estera, nella quale l'inviato tuttofare di Donald Trump proponeva all'interlocutore russo di lavorare insieme a un testo. Nella telefonata con Ushakov, Witkoff offriva consigli su come blandire il presidente Usa per il successo dell'accordo di pace per Gaza e suggeriva inoltre che Putin chiamasse Trump prima della visita di Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, avvenuta il 17 ottobre. Una visita nella quale il presidente ucraino sperava di ottenere da Washington i missili Tomahawk a lungo raggio per colpire obiettivi strategici all'interno del territorio russo, sulla scorta delle aperture espresse dallo stesso Trump. Ma nella telefonata del 16 ottobre Putin riuscì a convincere il presidente Usa a fare marcia indietro, segnando un punto decisivo a favore di Mosca.

Sempre nella telefonata con Ushakov, Witkoff discuteva di alcuni degli aspetti cruciali del piano originale, la concessione di tutto il Donbass da parte di Kiev: "Ora, tra me e te, io lo so cosa ci vorrà per raggiungere un accordo di pace: Donbass e forse uno scambio di territori da qualche parte". Parole che più che a un ruolo di mediazione super partes da parte americana hanno fatto pensare a una manovra per costringere gli ucraini nell'angolo. "È una cosa normale, questo è ciò che fa un negoziatore", ha detto Trump dopo le rivelazioni, difendendo l'operato di Witkoff. Il presidente ha poi escluso la possibilità di un incontro in settimana con Zelensky, ipotesi che si era diffusa martedì, ed è volato a Mar-a-Lago per le festività di Thanksgiving, delegando ancora a Witkoff e all'altro mediatore Usa, il segretario all'Esercito Dan Driscoll, la gestione del negoziato.

Il primo, andrà a Mosca; il secondo, vicino al vicepresidente JD Vance, da sempre contrario all'impegno americano per l'Ucraina e per la sicurezza europea, volerà a Kiev. "Spero di incontrare presto il presidente Zelensky e il presidente Putin, ma solo quando l'accordo per porre fine a questa guerra sarà definitivo o nelle sue fasi finali", ha scritto il tycoon su Truth.

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