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"Adesso fate solo tanti danni" Cosa accade dietro le quinte

I vertici e parlamentari del Pd sarebbero andati su tutte le furie con Palazzo Chigi per la velina con cui il premier Conte ha dato il suo ultimatum a Italia Viva

"Adesso fate solo tanti danni" Cosa accade dietro le quinte

"Fate danni". Sarebbe quella l'espressione più 'tenera' che i democratici avrebbero rivolto al premier Giuseppe Conte e al suo portavoce, Rocco Casalino, rei di aver lanciato un ultimatum a Matteo Renzi totalmente indesiderato e controproducente per il governo.

Ieri, secondo quando riferito a ilGiornale.t da fonti molto autorevoli, si sarebbe consumato uno scontro senza esclusioni di colpi. I vertici e parlamentari del Pd, infatti, sarebbero andati su tutte le furie con palazzo Chigi per la velina con cui Conte ha dato il suo (ennesimo) ultimatum a Italia Viva. Il pomo della discordia è l'ultimatum lanciato ieri mattina: "Se il leader di Italia Viva, Renzi, si assumerà la responsabilità di una crisi di Governo in piena pandemia, per il presidente Conte sarà impossibile rifare un nuovo Esecutivo con il sostegno di Italia Viva".

A peggiorare la situazione sono arrivate le dichiarazioni del reggente del M5S, Vito Crimi, che ha chiarito:"Se Renzi si rende colpevole del ritiro dei suoi ministri, con lui e Italia Viva non potrà esserci un altro governo. Esiste un limite a tutto". Un vero fulmine a ciel sereno che ha generato una tempesta all'interno della maggioranza. Crimi, denuncia una deputata pentastellata 'dissidente' che ci chiede di preservare l'anonimato, "con l'aiuto di Casalino spinge a dichiarare in questa direzione tutti i 'governisti' del Movimento". Una linea non gradita a tutti i grillini, ma neppure ai dem che insorgono. Stamattina, Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato ed ex renziano di ferro, afferma senza peli sulla lingua:"Non sono questi i tempi per lanciare gli ultimatum. Ieri hanno sbagliato tutti, anche Conte. Quando i toni sono troppo spinti, creano condizioni di non ritorno".

Nel frattempo, Crimi e il capo delegazione del M5S Alfonso Bonafede vengono subito messi sul banco degli imputati dai propri parlamentari, inviperiti per la "supina sottomissione" (così la definisce un senatore grillino) dei loro vertici alla strategia di Palazzo Chigi, ritenuta "totalmente fallimentare". Seguendo il ragionamento del grillino, "l'unico esito di questa sortita è stato mettere in posizione di forza Renzi, che dal canto suo infatti non ha perso occasione di rilanciare ancora. Adesso - prosegue la nostra fonte - siamo costretti a cedere altre cose a Renzi per tenerlo dentro, perché tutti sanno che i responsabili non esistono". Dal Nazareno, a tal proposito, fanno sapere ai colleghi grillini che un governo con i responsabili "non lo farebbero mai, piuttosto subito al voto". Responsabili che, stando all'ex ministro Gianfranco Rotondi, al momento "non si sa ancora se esistono" e, anzi, è ancora improbabile che Conte abbia i numeri per fare a meno dei renziani.

Tutto ciò, mentre i giallorossi vedono avanzare lo spettro di un governo di centrodestra che potrebbe nascere qualora Mattarella decidesse di affidare l'incarico a una figura istituzionale come il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati (è questo il nome nuovo raccolto da ilGiornale.it). A quel punto nessuno dei leader di centrodestra potrebbe opporsi, neppure quelli più propensi a tornare al voto. Una tesi, questa, che sarebbe avvalorata anche dal ragionamento esposto ieri dal leghista Giancarlo Giorgetti: "Una nuova maggioranza a sostegno del governo? Cosa già vista ma, come ci insegna esperienza e prassi istituzionale, è impensabile che ci si affidi a un manipolo di parlamentari in ordine sparso tanto più in una situazione drammatica come questa.

Se dovesse davvero esistere un percorso di costruttori l'unica strada è quella del sostegno da parte di un gruppo che si costituisca in Parlamento e che abbia un preciso progetto politico".

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