I dubbi di Forza Italia, frenata sull'autonomia. E la Campania fa ricorso

De Luca si appella alla Consulta contro la legge Calderoli. Tajani: "Garantisca tutti i cittadini"

I dubbi di Forza Italia, frenata sull'autonomia. E la Campania fa ricorso
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Nuovo ostacolo sul percorso dell'autonomia differenziata. Notificato a Palazzo Chigi con il quale la Regione Campania di Vincenzo De Luca (foto) chiede alla Corte Costituzionale di dichiarare la illegittimità costituzionale della legge Calderoli sull'autonomia differenziata. Il ricorso riguarda sia il procedimento delineato dalla legge Calderoli per la sottoscrizione delle intese con le singole Regioni, sia i presupposti per l'attribuzione di forme di autonomia più ampie, connessi alla determinazione dei Lep. Inutile, però, associare questa presa di posizione con i malumori sulla stessa idea di autonomia espressi a mezza bocca da governatori e rappresentanti azzurri del Mezzogiorno. Forza Italia non cerca lo scontro e resterà fedele alla coalizione che ha vinto le elezioni del 2022. Ad assicurarlo è lo stesso leader azzurro Antonio Tajani da tanti indicato come un «felice guastatore» per le sue posizioni su autonomia e ius scholae. Il partito di Forza Italia, rassicura il vicepremier e ministro degli Esteri, resta fedele agli alleati di governo. E non ci sono inciuci o pastette per introdurre un nuovo diritto o per alzare la voce sull'autonomia. Quindi nessun accordo, all'orizzonte, col Pd o con i Cinquestelle. «L'autonomia differenziata era nel programma del governo, noi lealmente l'abbiamo votata - ribadisce il segretario di Forza Italia durante un'intervista radiofonica a Rtl - , ma deve essere un'autonomia che garantisce tutti i cittadini italiani, da nord a sud. Per questo abbiamo chiesto che prima vengano approvati i Lep e poi si applichi l'autonomia differenziata». La posizione di Forza Italia sui nuovi diritti trova un'ammiratrice d'eccezione in Francesca Pascale. L'ex compagna di Silvio Berlusconi in un'intervista alla Stampa si dice «orgogliosa» della posizione assunta dal segretario azzurro sullo ius scholae. «Sta seguendo l'eredità di Berlusconi» aggiunge la Pascale, che poi proprio sul pensiero del fondatore di Forza Italia chiosa: «Non mi permetto di dire quello che pensava. Posso dire quello che ho imparato io stando accanto a lui: il valore delle evoluzioni in politica. Comunque la si pensi non si può negare che, da politico come da imprenditore, sia sempre stato un uomo molto lungimirante». Le priorità, d'altronde, sono altre. Lo ribadisce anche il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, ai microfoni di In onda (su La 7). «Lo ius scholae - sostiene il deputato azzurro - francamente non è così urgente se lo si compara con la crisi economica, due guerre vicine ai nostri confini, e il problema del debito pubblico». Lo stesso Tajani conferma: «non è una priorità», annunciando tuttavia che sottoporrà l'argomento al prossimo vertice. D'altronde il leader azzurro riconosce che la compattezza dell'alleanza di centrodestra non può cancellare differenze fisiologiche tra i partiti che la compongono. L'importante, è la linea comune dei leader della coalizione, mettere in bene in chiaro quali siano gli obiettivi della legislatura.

Anche se meno importante, altrettanto urgente, però, è risolvere i problemi più urgenti. Tra cui le candidature per le prossime elezioni (Liguria e Veneto su tutti) e la composizione del nuovo Cda della Rai (con conseguenti nomine delle direzioni vacanti).

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