I furbetti della solidarietà arricchiti da Profugopoli

Non solo Mafia capitale. Dalle mini coop alle multinazionali, nel libro di Mario Giordano i nomi di chi si spartisce la torta dell'accoglienza

I furbetti della solidarietà arricchiti da Profugopoli

Roma - Un ritratto impietoso di un «sistema». Un sistema che trasforma accoglienza e solidarietà in lucroso business, sulla pelle degli immigrati e di chi la solidarietà la fa davvero. C'è di tutto in Profugopoli, l'ultimo libro del direttore del Tg4 Mario Giordano, che racconta «quelli che si riempiono le tasche con il business degli immigrati». Se a scoperchiare il calderone sul tema era stata Mafia Capitale, con il ras delle coop sociali Salvatore Buzzi a vantarsi di far più soldi con gli immigrati che con la droga, il volume di Giordano mostra invece che il malcostume non è questione meramente capitolina né si tratta di un fenomeno episodico. È un sistema. E prescinde da colori politici e confini geografici.Un libro-denuncia che fa nomi e cognomi di quanti, in Italia, si spartiscono la «grande torta» dell'immigrazione, dalle mini-coop alle multinazionali come la Gepsa, legata al gigante transalpino dell'energia Gdf-Suez, che fa incetta di appalti nel settore giocando al ribasso. Viste le differenze, Giordano divide questo esercito di furbetti in categorie. Ci sono gli «improvvisati», come il centro di formazione padovano che, fiutato l'affare, l'estate scorsa ha messo da parte i corsi per buttafuori e becchini per «accogliere» 81 migranti, e incassare 80mila euro al mese. Per non dire dell'associazione folkloristica siciliana che forte del suo «core business» - spettacoli con tamburelli e mandolino - si è aggiudicata, a Trapani, un bando prefettizio per una quarantina di profughi. Seguono gli «affaristi», imprenditori il cui fiuto li ha dirottati verso l'accoglienza, ma sempre con la testa al business, come l'avvocatessa napoletana che in Piemonte, sul Lago Maggiore, alleva capre e asine da latte, e a Busto Arsizio si dedica ad altro, aggiudicandosi 11 appalti per l'accoglienza migranti in 7 mesi tra 2014 e 2015, per oltre 2,5 milioni di euro. Poi tocca a «Specialisti&Colossi», le coop che sul sociale e sugli immigrati hanno costruito le loro fortune, trasformandosi in «imperi fondati sull'altrui disperazione», spiega Giordano, snocciolandone le storie. C'è la coop ferrarese, «monopolista» nonostante le bacchettate di Raffaele Cantone al Comune, quella modenese che nel 2014 ha incassato 13 assegnazioni di immigrati per oltre 2 milioni di euro, e quasi tuttein affidamento diretto, senza bando. Il colosso salentino dell'accoglienza, fondato da una ex colf albanese che «subappalta» i migranti alla chiesa copta lombarda, tenendosi 15 euro a migrante per il disturbo.

Il viaggio a Profugopoli, corsa tra follie, sprechi e inchieste in salsa solidale, fa tappa anche dagli albergatori che hanno mollato i clienti paganti per i migranti ospitati a spese dello Stato e si conclude dove tutto è cominciato. Con i «farabutti», quelli pizzicati dalla magistratura, raccontati inchiesta per inchiesta, da «Mafia Capitale» alla mafia vera e propria.

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