Giorgio Palmucci, presidente di Confindustria Alberghi e vicepresidente di Federturismo non crede molto nella rimonta dell'Italia che in Europa è ancora la terza meta turistica dietro Francia e Spagna: «Il fatturato del turismo italiano sfiora oggi il 10 per cento del Pil, ma con un minimo di lungimiranza arriverebbe tranquillamente al 20».
Gli stranieri tornano e gli italiani in vacanza emigrano meno. Merito nostro o della paura del terrorismo?
«Beh, è innegabile che la congiuntura geopolitica ci abbia dato una grossa mano, basti pensare al crollo delle destinazioni in Medioriente. Ma il potenziale inespresso è ancora enorme, se consideriamo la ricchezza e la varietà di destinazioni che ha l'Italia rispetto sia alla Francia che alla Spagna. E il settore turistico, da solo, potrebbe essere un grande antidoto alla piaga della disoccupazione giovanile. Invece...».
Invece?
«Invece si scontra contro un muro di burocrazia che ci rende scarsamente competitivi con l'Europa. Fino al 2015 è stato un progressivo declino. Oggi, superata la crisi, il ministro ha presentato un piano strategico per i prossimi sei anni che per la prima volta coinvolge anche le associazioni di categoria, gli enti locali e i tour operator. Ma uscire dall'impasse non sarà facile perchè occorrono misure forti».
Che cosa può fare il governo?
«La prima cosa che dovrebbe fare in assoluto sarebbe finalmente promuovere il prodotto Italia come destinazione. In tutte le fiere del mondo ci presentiamo in ordine sparso con gli stand delle regioni e delle province. Una follia. E i governi italiani e l'Enit non sono neanche stati capaci di creare un sito web degno di questo nome».
L'alberghiero italiano è competitivo?
«Purtroppo no e in parte per colpa della politica e della burocrazia. L'Italiapropone ai turisti 21 regioni con 21 classificazioni alberghiere diverse. Squalificante, perchè un viaggiatore americano ha degli standard precisi quando sceglie un hotel a 4 stelle, mentre da noi ci sono residenze che hanno conquistato le stelle negli anni '60 ma oggi sono obsolete».
Perchè da ottobre in poi gli alberghi turistici italiani chiudono i battenti mentre, chessò, le Canarie fanno sold out?
«Per le ragioni di cui sopra.
La media delle strutture italiane ha dimensioni ridotte e il costo del lavoro è troppo alto per riuscire ad ammortizzare i costi. E abolendo i voucher per i lavoratori stagionali ci siamo dati un'altra zappata sui piedi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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