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I negoziati in stallo e la certezza di Trump della sconfitta ucraina

Il presidente Usa si è convinto della disfatta che in realtà non c'è. Da qui la sua strategia

I negoziati in stallo e la certezza di Trump della sconfitta ucraina
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Per Donald Trump l'Ucraina è vicina alla sconfitta con la Russia, ma l'esercito di Kiev resiste, e la divergenza di vedute paralizza il negoziato. A ricostruire la situazione sul campo è il Wall Street Journal con un reportage dal fronte, in cui spiega che mentre il presidente americano in una recente intervista a Politico ha spiegato che Volodymyr Zelensky deve accettare un accordo di pace sostenuto dagli Stati Uniti "perché sta perdendo", gli ufficiali ucraini in prima linea descrivono una realtà opposta, con avanzate russe minime e respinte a caro prezzo. Proprio questa diversità nelle percezioni dello stato del campo di battaglia rende quasi impossibile per Zelensky accettare le richieste di Vladimir Putin, il quale pretende la cessione di territori che Mosca non è riuscita a conquistare in quasi quattro anni di guerra, parte centrale del piano di pace sostenuto da Washington.

Sul terreno l'esercito ucraino soffre carenze di personale e pressione costante dei droni russi, eppure continua a infliggere perdite elevate. Il maggiore Oleh Hlushko, comandante di battaglione i cui uomini hanno respinto un altro assalto sul fronte sud-orientale questa settimana, spiega che i russi "di tanto in tanto riescono ad alzare le loro bandiere e rivendicare la conquista di una posizione, ma noi poi conduciamo operazioni di bonifica, rimuoviamo i simboli e la posizione rimane sotto il nostro controllo". Questo mese Mosca ha rivendicato la sua prima grande conquista in oltre due anni, la città di Pokrovsk, mentre l'Ucraina ne contesta la cattura. I vertici Nato parlano di "progressi marginali" di Mosca, non di un imminente collasso di Kiev. Gli alti funzionari militari occidentali e i comandanti ucraini in prima linea affermano che l'esercito di Putin non è sull'orlo di una svolta, sebbene la posizione militare di Kiev si stia gradualmente deteriorando. "Quello che vediamo sul campo di battaglia sono certamente avanzamenti, ma avanzamenti marginali", spiega Radmila Shekerinska, vicesegretario generale della Nato. "L'Ucraina, ovviamente, si trova ad affrontare un inverno molto difficile - prosegue - I numeri contano in guerra. Quindi è difficile ricostituire e spostare costantemente nuove truppe sul campo di battaglia. Ma il coraggio dei soldati sta compensando queste carenze".

Intanto, le riunioni segrete tra il principale negoziatore di pace dell'Ucraina e i vertici dell'Fbi hanno introdotto nuova incertezza nei negoziati, secondo diplomatici e funzionari a conoscenza della vicenda citati dal Washington Post. Nelle ultime settimane Rustem Umerov è volato tre volte a Miami per incontrare l'inviato di Trump, Steve Witkoff, e discutere una proposta per porre fine al conflitto.

Ma durante la sua permanenza negli Usa, Umerov ha anche tenuto incontri a porte chiuse con il direttore dell'Fbi Kash Patel - come rivelato dal New York Post il 28 novembre - e il suo vice Dan Bongino, secondo quattro fonti del Wp. Gli incontri hanno allarmato funzionari occidentali che rimangono all'oscuro delle loro intenzioni e finalità.

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