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I nostri F35 volano in difesa dell'Europa

Missione in Islanda di sei aerei italiani. Allo studio i velivoli del futuro

I nostri F35 volano in difesa dell'Europa

L'F-35 ha ottenuto nei giorni scorsi la certificazione di piena capacità operativa (full operational capability) per svolgere missioni di difesa aerea per la Nato. Tanto che sono 6 i velivoli di quinta generazione che saranno impiegati per una missione aerea in Islanda, un Paese che, non avendo forze armate, si avvale periodicamente della «protezione» delle nazioni dell'alleanza. È la quinta volta che l'Italia partecipa a un'operazione nella terra dei ghiacci, la prima con l'F-35, visto che in passato si erano utilizzati gli Eurofighter.

L'Islanda comporta sfide importanti per l'Aeronautica militare, sia per le condizioni climatiche sia per il rischiaramento lontano dalla Patria, ma sarà un modo anche per testare il velivolo in condizioni particolari. Uno sforzo corale di tutta la Forza armata, che attualmente dispone di 11 F-35, di cui 9 presenti sul territorio nazionale e 2 attualmente rischierati negli Stati Uniti per l'addestramento. Attualmente il programma F-35 prevede l'acquisizione da parte del nostro Paese di 90 velivoli, di cui 60 F-35 A e 30 F-35 B (15 per l'Aeronautica e 15 per la Marina), anche se nei mesi scorsi si era parlato di una riduzione dei numeri fino a 70 unità. Un taglio che non consentirebbe di stare al passo con gli altri Paesi della Nato, visto che per sostituire 236 macchine tra Tornado e Amx la quantità non è sufficiente, benché si tratti di aerei con tecnologia all'avanguardia. Peraltro, il programma alla Faco di Cameri consente di mantenere numerosi posti di lavoro. Una scelta politica che in Aeronautica ci si augura vada nella direzione del buonsenso. Il tutto mentre già si inizia a parlare dei velivoli di sesta generazione, ovvero i Tempest, di cui si sta già discutendo con la Raf inglese. Il concetto di aereo, in questo caso, va ad ampliarsi, perché prima del programma vero e proprio si dovrà valutare che tipo di assetto si vorrà andare a realizzare. I velivoli del futuro, per intenderci, potrebbero essere droni a pilotaggio remoto con tecnologie di nuova generazione. Saranno i sostituti, intorno al 2040, degli attuali Eurofighter.

D'altronde, è dei giorni scorsi un accordo con la Virgin Galactic per voli ipersonici che prevedono la partecipazione anche di piloti e astronauti italiani, con voli a 70 chilometri di quota per collegare Europa e America in un'ora e mezzo.

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