I nostri militari già pronti a tornare al valico di Rafah per sorvegliare la frontiera

Tajani e Crosetto: "Carabinieri e truppe per il processo di peace keeping"

I nostri militari già pronti a tornare al valico di Rafah per sorvegliare la frontiera
00:00 00:00

Iniziano a vedersi i primi concreti risultati del piano di pace siglato tra Israele e Hamas che coinvolgono anche l'Italia. Ieri il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato di aver autorizzato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Portolano, a disporre la ripresa delle "attività italiane nell'ambito della missione Eubam Rafah, cui partecipa personale dei Carabinieri, per la riapertura del valico". La decisione arriva dopo un confronto con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e con il ministro degli Esteri Antonio Tajani "a seguito di una valutazione sulle condizioni di sicurezza operata del Comando Operativo di Vertice Interforze".

Il 14 ottobre è infatti prevista la riapertura in due direzioni (in uscita verso l'Egitto e in entrata verso Gaza) del valico di Rafah nel rispetto dell'accordo promosso da Trump, dopo che da domenica dovrebbero iniziare le operazioni di rilascio degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi.

"Gli israeliani stanno provvedendo a ripristinare in tempi brevissimi la funzionalità logistica dell'infrastruttura del valico - spiega il ministro Crosetto - affluiranno da altri valichi (non Rafah) circa 600 autoarticolati di aiuti umanitari al giorno dentro Gaza. Il passaggio di personale non sarà limitato a casi clinici gravi, ma sarà esteso a chiunque lo vorrà (previo concorde parere di Israele ed Egitto)".

Parole riprese dal ministro degli Esteri Antonio Tajani secondo cui l'Italia ha dato la sua disponibilità nel processo di peace-keeping che si dovrebbe aprire a Gaza in cui "possiamo inviare i carabinieri e truppe dell'Esercito".

"I carabinieri sono già a Jerico per la formazione della Polizia dell'Autorità nazionale palestinese, sono al valico di Rafah - precisa Tajani - hanno già una conoscenza del territorio, cosi come hanno una conoscenza del territorio del Nord di Israele i militari italiani dell'Unifil". Perciò, ha aggiunto il ministro degli Esteri "se ci sarà questa richiesta noi siamo pronti a fare la nostra parte per la costruzione della pace e dello Stato palestinese del futuro".

Il primo passo concreto è la riattivazione della Missione europea di assistenza alle frontiere (EUBAM) a Rafah in cui l'Italia gioca un ruolo da protagonista in coordinamento con l'Unione europea. L'Alta rappresentante della politica estera Ue Kaja Kallas ha spiegato attraverso il portavoce della Commissione che "l'Ue può concretamente mettere sul tavolo: aiuti umanitari, sostegno alla ricostruzione e assistenza all'Autorità nazionale palestinese (1,5 miliardi di euro dal 2025 al 2027), oltre alle nostre missioni civili, come quella di Rafah". Nello specifico la missione di assistenza alle frontiere dell'Unione europea al valico di Rafah è stata istituita nel novembre 2005 per garantire una presenza neutrale e indipendente al valico di Rafah al confine tra Gaza e l'Egitto ma nel 2007, dopo la presa del potere nella striscia da parte di Hamas, ha sospeso le sue operazioni.

Solo nel gennaio 2025 l'EUBAM Rafah è rientrata in funzione a fianco dell'Autorità Nazionale Palestinese a seguito di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas che ha

consentito una riapertura limitata del valico. A marzo però, con la ripresa delle ostilità, le operazioni sono state di nuovo interrotte fino ad arrivare a questa settimana in cui anche le forze italiane torneranno sul campo.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica