Questo Maurizio Landini proprio non lo capisco. Sabato va in piazza a Roma col beneplacito di Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, per difendere il lavoro, dice lui. Infatti le aziende italiane chiudono per disperazione, altre delocalizzano, altre ancora cedono quote societarie perché assetate di liquidità, necessaria per non essere soffocate dalla concorrenza. Ma di cosa si lagna Landini se ha vinto la sua guerra contro il capitalismo, tant'è che i capitalisti attivi ormai si contano sulle dita di una mano? Dovrebbe essere contento, festeggiare, brindare. Altro che andare nella Città Eterna a fare casino perché i padroni sono una razza in estinzione.
La Cgil e la Fiom in particolare sono sempre state rosse e lo sono ancora, al punto da contestare Matteo Renzi perché non è abbastanza di sinistra. I comunisti hanno sognato il collettivismo, prediletto le aziende di Stato e detestato l'impresa privata, accusata di sfruttare la manodopera dei poveri cristi. Finalmente hanno raggiunto il loro scopo e, invece di esultare perché gli industriali sbaraccano, s'infuriano come tori e in tivù piagnucolano dato che i posti di lavoro diminuiscono e sono ridotti al lumicino, nel senso che tra poco, se la lotta contro il capitalismo continuerà, i nostri operai saranno costretti a impugnare la vanga e la zappa dei nonni per mettere insieme il pranzo con la cena.
Nossignori. I tribuni del proletariato forse hanno tardivamente scoperto che senza gli odiati imprenditori le buste paga restano vuote, per il semplice fatto che nessuno le riempie più. I sindacati hanno reso l'Italia inospitale per l'iniziativa privata, osteggiandola e addirittura criminalizzandola. Chissà che pensavano di ottenere obbligando alla fuga i proprietari degli stabilimenti, dei grandi e piccoli capannoni? Ambivano a instaurare il socialismo reale? Eccoci. Ci siamo. O supponevano che azzerando i profitti degli opifici si potesse raggiungere la piena occupazione? Illusi, ingenui o un po' stupidi? Scelga il lettore il termine più adatto a definire i cosiddetti rappresentanti dei lavoratori. Lavoratori si fa per dire, visto che i detestati padroni hanno abbandonato in numero crescente il nostro Paese andando a produrre in nazioni dove sono stati accolti a braccia aperte poiché vi hanno portato ricchezza e, appunto, quei posti di lavoro qui rimpianti dopo essere stati distrutti dalla sinistra più bieca.
La quale sinistra ha reso la vita difficile se non impossibile alla Fiat e adesso frigna perché Sergio Marchionne ha levato le tende. Stesso discorso calza a pennello per la Pirelli e tutte le ditte che hanno tagliato la corda (o venduto fette di se medesime). Landini si chieda le ragioni per cui i capitalisti smammano. Gli garantiamo che non traslocano per divertimento o in quanto animati da spirito migratorio. Filano via perché ne hanno le tasche piene dei vari Landini che infestano la nostra patria e che non cessano di creare un clima irrespirabile.
Altrove, all'estero, in Serbia, in Polonia, eccetera ricevono i nostri industriali con entusiasmo, li agevolano fiscalmente, li finanziano e
soprattutto nessuno rompe loro le scatole. Cari sindacalisti, avete distrutto il distruggibile con la complicità del vostro partito-mamma: ora state attenti ai forconi che i disoccupati cercheranno d'infilarvi nelle terga.
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