RomaÈ ancora Alessandro Maiorano la nemesi di Matteo Renzi. Il dipendente del Comune di Firenze che da quattro anni fa le pulci al politico toscano, prima nella sua veste di presidente della Provincia e poi di sindaco del capoluogo, ha colpito ancora.
La procura di Firenze ha infatti aperto un fascicolo d'indagine, contro ignoti, sulla base di un esposto-denuncia presentato da Maiorano per il tramite del suo legale, Carlo Taormina, in seguito alla pubblicazione, sul Fatto Quotidiano , a luglio scorso, dell'intercettazione tra il presidente del consiglio e il generale delle Fiamme gialle Michele Adinolfi, già a capo del comando interregionale della Gdf in Emilia-Romagna e Toscana.
In quella telefonata, che risale a gennaio del 2014 ed è finita agli atti dell'inchiesta sulla coop modenese Cpl Concordia, Renzi (che era fresco di nomina a segretario del Pd) e il generale parlano con tono confidenziale di vari argomenti anche molto delicati, tra i quali l'intenzione del futuro premier di far fuori Enrico Letta, all'epoca ancora presidente del Consiglio.
Maiorano è stato querelato da Renzi per diffamazione a causa delle numerose accuse sollevate contro il premier, dai presunti sperperi milionari come presidente della Provincia, fino alla casa fiorentina dove il sindaco abitava, pagata dall'amico imprenditore Marco Carrai. Temi sui quali la procura di Firenze ha aperto fascicoli «modello 45», ossia relativi ad «atti non costituenti notizie di reato». E così, letta l'intercettazione, il dipendente comunale toscano ha ipotizzato che proprio quella stretta relazione tra il politico e il generale messa in luce dall'intercettazione avrebbe potuto essere la causa occulta dell'impermeabilità giudiziaria del premier rispetto alle sue denunce. A quel punto, rivela ancora il Fatto , Maiorano ha deciso di affidare a Taormina la redazione dell'esposto, nel quale si rimarca come il legame tra Renzi e Adinolfi fosse particolarmente forte proprio negli anni tra 2011 e 2014, quando il generale era capo della Gdf in Toscana, e nell'arco temporale che comprende «tutte le denunce presentate» da Maiorano contro il futuro presidente del Consiglio. Il sospetto del dipendente comunale, insomma, è che il militare possa aver in qualche modo fatto sì che le indagini contro Renzi si insabbiassero, risparmiando grane all'amico politico lanciato alla conquista di Palazzo Chigi.
L'esposto, presentato dall'avvocato Taormina a Genova, e in seguito trasmesso a Firenze per competenza dalla procura ligure, è quindi sfociato nell'apertura di un fascicolo d'indagine dove si ipotizza - come detto al momento a carico di ignoti - il reato di omissione d'atti di
ufficio. In pratica il titolare dell'indagine, il procuratore aggiunto Rodrigo Merlo, dovrà chiarire se qualcuno, e chi, ha aiutato Renzi «silenziando» le denunce di Maiorano o azzoppandone l'iter a palazzo di giustizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.