
Torna la violenza pro Pal nelle piazze, da Bologna a Livorno. Ieri in Toscana si sono scritte pagine inquietanti. A Livorno è stato contestato il convegno della Lega con Matteo Salvini. "Gente che si è presa uova, sputi, calci. Non mi è mai capitata una cosa del genere. Ci sono Giorgetti e la Locatelli che stanno girando da un po', Valditara ha preso calci alla macchina", ha dichiarato il segretario della Lega durante la protesta. "Siamo vittime di quattro fascisti rossi. I soliti teppistelli", ha fatto presente il deputato Edoardo Ziello. Che fotografa come "certi bravi sindacalisti, un nome a caso Landini" stiano "continuando a cavalcare, incitando all'odio e alla violenza". Gli fa eco l'onorevole Andrea Barabotti, per il quale "la sinistra si deve assumere la responsabilità". Nella stessa città si è svolto il convegno di Forza Italia, contestato con sputi, strattoni, minacce e bombe carta, "un attacco alla libertà di riunione, alle più semplici libertà politiche", ha dichiarato il vicepremier Antonio Tajani, che poi ha aggiunto che è impensabile "che ci sia qualcuno che impedisca o cerchi di impedire o di insultare i rappresentanti del mondo del lavoro". A Livorno si registra un ferito tra gli agenti e due arresti, "ancora troppi pochi" per Salvini, per il quale "questi sono dei disgustosi fascisti rossi". La sinistra, ha aggiunto, "sta scherzando con il fuoco", perché "ci stanno infilando in un periodo buio, c'è un odio rosso che mi preoccupa". A Siena, invece, il ministro dell'Università, Anna Maria Bernini è stato contestato da un manipoli di studenti mentre si dirigeva verso il rettorato. "Peccato che questi sedicenti difensori della pace e della Palestina abbiano contestato il ministro proprio mentre era a Siena per incontrare alcuni studenti palestinesi", ha sottolineato Paolo Barelli. Per Maurizio Gasparri, si tratta di "frange estremiste di sinistra che cercano di intimidire chi rappresenta le istituzioni, ricorrendo all'odio e alla violenza. Un comportamento inaccettabile che nulla ha a che vedere con il legittimo dissenso". Il clima nel Paese si surriscalda e nella stessa giornata ci sono state tensioni durante le manifestazioni non autorizzate dei pro Pal, in particolare a Torino e Bologna, convocate per celebrare il 7 ottobre di Hamas. "Siamo sempre molto cauti nel vietare manifestazioni per motivi di carattere ideologico ma inneggiare al 7 ottobre significa fare apologia di un atto terroristico" ha dichiarato Matteo Piantedosi. Un corteo non autorizzato è partito da Piazza Nettuno. Le forze dell'ordine hanno risposto con gli idranti. Si sono verificati degli scontri. E una persona è stata fermata. La troupe televisiva di Carta Bianca, Mediaset, è stata aggredita da alcuni manifestanti. Piazza Castello a Torino si è riempita di persone poco dopo il tramonto (tra loro anche Non una di meno), e in serata è partito un corteo: "I divieti non ci fermano". Ma è la città felsinea che ha sollevato maggiori preoccupazioni. I Giovani Palestinesi hanno rivendicato il diritto di celebrare il 7 ottobre 2023 come vittoria della Resistenza palestinese.
Il sindaco Matteo Lepore ha chiesto un passo indietro, al pari dell'assessore alla Sicurezza di Bologna Matilde Madrid. Fin dal pomeriggio la polizia a Bologna è stata allertata per far rispettare il divieto di manifestare ma i pro Pal si sono comunque ritrovati davanti al Palazzo del Municipio. Hanno invocato la "Palestina libera dal fiume fino al mare" e ci sono stati anche momenti di tensione con alcune cariche di alleggerimento quando il corteo ha tentato la partenza.
Per Fdi, il fatto che nonostante il divieto, i manifestanti abbiano provato a sfondare il cordone di polizia è "gravissimo". I meloniani chiedono che la magistratura intervenga con fermezza sugli scontri a cui hanno dato vita i pro Pal bolognesi.