Tornano liberi Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori dell'ex premier, Matteo, che erano finiti ai domiciliari il 18 febbraio per un'inchiesta che li vede indagati per bancarotta e false fatturazioni. Dopo 18 giorni il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della difesa dei Renzi e revocato la misura cautelare, lasciando solo l'interdizione per otto mesi dall'attività imprenditoriale. Tra i primi a esultare per la «bella giornata» proprio Matteo Renzi. L'ex segretario del Pd, su Facebook, ha dato la notizia della decisione del Riesame di annullare la decisione del Gip fiorentino Angela Fantechi, «decisione - secondo Renzi - che era parsa a molti abnorme e assurda». «Ovviamente la notizia - ha scritto ancora l'ex premier - non avrà la stessa eco che ha avuto l'arresto: il circo mediatico sarà meno interessato». Ma i processi, ha proseguito nel suo sfogo social, «si fanno nelle aule, non sui giornali, e vedremo chi avrà ragione e chi torto». Nel suo post, oltre a definire questi giorni «i più brutti della vita della nostra famiglia», Renzi riserva una stoccata anche al direttore del Fatto Quotidiano, ricordando che, quanto alle sentenze «vere», «per adesso ce ne sono solo due: entrambe condannano Marco Travaglio a pagare un risarcimento a mio padre».
La notizia, però, non chiude la complicata vicenda giudiziaria complessiva che coinvolge i genitori dell'ex premier. Babbo e mamma Renzi, infatti, oltre all'indagine fiorentina per la quale erano finiti ai domiciliari, per 250mila euro contestate di fatture false (e 724mila, in sei anni, indicate nell'ordinanza), sono interessati anche da altri procedimenti.
Sempre a Firenze i coniugi sono a processo - ancora per false fatturazioni - insieme a un imprenditore pugliese accusato di truffa, il «re degli outlet» Luigi Dagostino, che avrebbe secondo i pm emesso fatture false per 160mila euro a due società della famiglia Renzi, la Eventi6 e la Party, giustificandole come studi di fattibilità per un outlet di Reggello. La prima udienza si è tenuta all'inizio di questa settimana, la prossima è in calendario per il 20 maggio. E non è l'unica.
Perché la mamma di Matteo, la signora Laura, a giugno andrà alla sbarra anche a Cuneo, dove è stata rinviata a giudizio a fine febbraio al termine di un'inchiesta che la vedeva indagata per concorso in bancarotta fraudolenta. Al centro della vicenda, ancora fatture false e una società di cuneo, la Direkta, fallita un lustro fa nonostante le note di credito - fittizie secondo l'accusa - per un controvalore di quasi 80mila euro che la Eventi6 dei Renzi avrebbe emesso per cercare di farle evitare il crac, poi invece arrivato ugualmente. Da una costola di questa indagine, peraltro, ha avuto origine anche l'inchiesta fiorentina che aveva portato la coppia ai domiciliari.
Insomma, una «bella giornata» che non chiude un momento difficile per la famiglia Renzi, come l'ex premier sa bene.
«Ci sarà una lunga maratona nelle aule di tribunale - ha infatti scritto ancora Matteo su Facebook - sia per i procedimenti aperti dalla procura, sia per le nostre cause di risarcimento civile. Ma so - ha concluso - che i miei affronteranno questa prova con la forza di chi proclama la propria innocenza».
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