Cronache

I ristoratori bloccano ancora l'Autosole. "Ci prendono in giro, fateci lavorare"

Cinque ore di stop all'altezza di Firenze tra code, denunce e un ferito. "Un quarto di noi non ha spazi all'aperto, torneremo con altre azioni"

I ristoratori bloccano ancora l'Autosole. "Ci prendono in giro, fateci lavorare"

Hanno «tagliato» in due l'Italia per un'intera mattinata, bloccando per la seconda volta in una settimana l'Autostrada del Sole e apparecchiando una simbolica tavolata al centro della carreggiata: a pochi giorni dalle prime riaperture annunciate dal governo, i ristoratori aderenti alle sigle Tni (Tutela nazionale imprese) e «Io Apro» hanno concentrato la rabbia tra i caselli di Firenze Sud e Incisa, in direzione Roma. Il blocco è iniziato intorno alle 9,30 ed è andato avanti fino al primo pomeriggio, creando non pochi disagi alla circolazione in entrambe le direzioni: nel giro di poco tempo si sono create code fino a 6 chilometri, con la polizia stradale impegnata a deviare il flusso verso le strade regionali e provinciali mentre la Digos ha identificato i manifestanti. Per auto e camion, motori spenti e tanta pazienza: «Siamo solidali con chi non lavora hanno spiegato ma creare un disagio a noi non è la strada giusta, non è noi che devono bloccare». Guidati dal fiorentino Pasquale Naccari, i ristoratori hanno voluto ribadire il proprio «no» alle aperture del premier Draghi, a partire dall'apertura dei locali solo all'aperto fino al distanziamento di due metri e al mantenimento del coprifuoco alle 22. Ma il cahier de doleance degli imprenditori comprende anche il «no» al pagamento solo con il pagamento elettronico e persino al pass vaccinale. Dall'Autosole dove hanno inscenato un pranzo all'aperto a poca distanza dall'area di servizio Arno ovest i ristoratori che si identificano nelle sigle più radicali hanno chiesto anche l'esonero del Durc, abolizione tetto del 30% per gli indennizzi e una moratoria definitiva sulle chiusure. Non sono mancati momenti di tensione quando un ristoratore, Antonio Alfieri (tra i leader di «IoApro» giunto da Sassuolo ma intervenuto a titolo personale, vista l'assenza del movimento che rappresenta) è rimasto ferito in modo lieve dopo che ha tentato di fermare un'auto che stava provando a forzare il blocco autostradale, venendo urtato alla spalla. Soccorso dall'ambulanza, le sue condizioni non hanno destato preoccupazione, così come quelle di un altro manifestante rimasto leggermente ferito alle mani. Dal canto suo l'automobilista è stato fermato dalla polizia stradale vicino al casello di Barberino del Mugello e denunciato per lesioni volontarie.

«La conferenza sulla riaperture - ha spiegato Naccari è solo una presa in giro. Qui ci sono imprenditori, c'è gente stanca di subire, che vorrebbe riaprire e tornare a lavorare, rispettando i protocolli di autogrill e mense. Questa situazione va avanti da 14 mesi: il virus c'è e ci sarà ancora a lungo, e non possiamo essere il capro espiatorio. La vita continua fuori dai ristoranti: vogliamo lavorare, ma non all'esterno col freddo». Secondo gli organizzatori del blocco, in particolare, circa un quarto dei ristoranti italiani sarebbero impossibilitati ad approfittare dell'allentamento delle restrizioni dal 26 aprile perché sprovvisti di spazi all'aperto. Come già denunciato in occasione delle precedenti manifestazioni, gli imprenditori insistono sul fatto che «non è al ristorante che ci si infetta». Tra i manifestanti che ieri hanno bloccato l'A1 c'era anche Ermes Ferrari, il ristoratore modenese che a Roma il 6 aprile era vestito da sciamano come Jake Angeli durante l'assalto a Capitol Hill, ma la sua presenza ha fatto storcere il naso a più di un ristoratore: «Mentre la gente piangeva davanti al Parlamento e chiedeva aiuto - ha spiegato uno dei leader di Io apro ai cronisti - tutti si sono concentrati solo su un cappello e due corna...

» Dopo 5 ore di blocco, i ristoratori hanno abbandonato l'Autosole, ma non è affatto scontato che iniziative del genere non si ripresentino a stretto giro: «Riteniamo che il messaggio forte sia arrivato ha concluso Naccari e adesso andiamo via con l'indicazione al governo di accogliere i nostri punti, altrimenti saremo costretti a ripetere gesti eclatanti».

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