Roma - Ben 6 italiani su 10 volevano le dimissioni di Ignazio Marino, per l'ultimo sondaggio dell'Istituto Ixè per Agorà (Raitre). Contrario un 30% del campione. Solo il 2 ottobre chi voleva mandare a casa il sindaco di Roma era al 48%, ma in pochi giorni il dato si è impennato. Questo a livello nazionale, ma certo tra i romani la percentuale era ben più alta.
Ora che Marino ha gettato la spugna, lo scenario che si apre vede in vantaggio il M5S. «Centrosinistra e centrodestra - spiega Roberto Weber di Ixè - sono arrivati a consunzione nella capitale e si può dire con certezza che in testa c'è il movimento di Grillo. Per noi è al 25 per cento, altri lo danno al 26-27 in Italia. Calcolando le condizioni di fallimento ed esasperazione dei due poli in cui si è arrivati alle dimissioni del sindaco, mi aspetto che alle urne il M5S prenda un 10-15 per cento in più del dato nazionale. Sicuramente andrebbe al ballottaggio, bisogna vedere con chi. E le elezioni arriveranno dopo l'apertura del processo di Mafia Capitale, per il quale i vecchi partiti pagheranno un prezzo molto alto».
Concorda il sondaggista Renato Mannheimer, che prevede un possibile 40 per cento per i grillini, con il sorpasso del Pd. «Anche se molto dipende dall'emotività del momento - aggiunge - perché gli indecisi sono sempre metà degli elettori». I due esperti la pensano diversamente sul peso personale del candidato rispetto al partito. Per Weber, prevarrà il richiamo politico «salvo che non si trovi una personalità di tale statura da sconvolgere il quadro». Per Mannheimer, invece, il voto si darà sul «piano emozionale, alla persona» e può funzionare meglio un candidato della società civile, rispetto ad un politico. «Alfio Marchini può vincere al di là del partito che sceglierà, molto dipenderà dalla campagna elettorale. A Milano prevalse Pisapia, dato perdente dai sondaggi, perché la Moratti sbagliò tutto».
L'ipotesi di una ricandidatura di Marino sarebbe «un suicidio per il partito che lo propone», sottolinea Nicola Piepoli. Che, al contrario degli altri, vede contendersi il Campidoglio un Pd con i 3 quinti dei consensi e un M5S con i 2 quinti. «Ma il centrodestra non è per forza fuori dai giochi - dice - se si inventasse un manager dal pugno di ferro come Mauro Moretti (Finmeccanica, ndr ), per parlare dei nomi che circolano, vincerebbe. Al di là del colore politico servirebbe un misto tra un uomo pratico come Petroselli, un organizzatore come Rutelli e un filosofo della vita come Moravia». E una candidatura femminile, avrebbe un valore aggiunto? «Potrebbe essere l'ora - dice Piepoli - del primo sindaco donna. Meloni, Madia o Lanzillotta sono buoni nomi».
Quanto alla possibilità di vecchi giochi, come le liste civiche trasversali, per Weber non è più tempo. «Casi come Illy a Trieste, Guazzaloca a Bologna, anche Brugnaro a Venezia, funzionano in un sistema polarizzato. A Roma siamo alla frammentazione, i poli sono 3,4,5...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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