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I tagli dicastero per dicastero: il governo si è messo a dieta

Da Sviluppo economico e Infrastrutture tagli per circa 750 milioni di euro. Farnesina e Difesa in difficoltà. Alfano, alle prese con la serrata dei poliziotti, non sa cosa fare

I tagli dicastero per dicastero: il governo si è messo a dieta

Forbici in mano e via ai tagli. Si parte. O, almeno, i ministri ci provano. Per il momento i buoni propositi sono sulla scrivania di Palazzo Chigi. Adesso a Matteo Renzi toccherà vagliare, sondare e approvare. L'obiettivo è raccimolare tra i 2 e i 3 miliardi di euro entro l'anno prossimo. Una cifra modesta, per carità, ma fondamentale per coprire almeno in parte quei 20 miliardi necessari alla manovra economica.

Ognuno dovrà fare la propria parte. Dalla Farnesina al Tesoro, dalle Infrastrutture alla Sanità tutti dovranno mettere mano alle spese. Perché senza spending review Renzi non sa proprio dove andare a prendere i soldi per oliare le misure che dovrà approvare nei prossimi mesi. Ogni dicastero è, infatti, chiamato a limare un buon 3% della spesa totale. Da settimane, quindi, si sono messi a fare economia. E quasi tutti hanno presentato alla presidenza del Consiglio il piano di tagli che andranno a sommarsi ai risparmi attesi sulle voci di spesa del bilancio pubblico. Nei prossimi anni, per esempio, il Fondo sanitario avrebbe dovuto passare dagli attuali 109 miliardi di euro a 115 miliardi. Un obiettivo, che il governo si era dato insieme alle Regioni entro il 2016, ma che adesso vorrebbe ritoccare (al ribasso) in modo da incamerare i risparmi che arriverebbero nelle casse pubbliche dall'unificazione delle centrali d'acquisto.

Come spiega Mario Sensini sul Corriere della Sera, che stende l'elenco dei tagli ministero per ministero, allo Sviluppo economico Federica Guidi ha previsto 350 milioni di risparmi su un budget di 12 miliardi annui. Altri 300 milioni, poi, dovrebbero arrivare dalle Infrastrutture e dai Trasporti anche se Maurizio Lupi non ha ancora fatto i compiti a casa. Anche dalla Difesa non è stato fatto sapere nulla. Tutto tace. Sebbene il bilancio di 20 miliardi di euro, sicuramente uno dei più pachidermici, Roberta Pinotti non sa dove andare ad alleggerire. A complicare la situazione i 400 milioni segati quest'anno per finanziare il bonus da 80 euro. Secondo voci di corridorio, tuttavia, il ministro starebbe valutando l'ipotesi di "anticipare la riduzione del personale delle Forze Armate di 40mila unità rispetto alla data obiettivo del 2014". Da via Arenula dovrebbero invece arrivare 240 milioni di euro. Dal budget di 7,5 miliardi il Guardasigilli Andrea Orlando starebbe infatti pensando di ridurre diverse posizioni dirigenziale del dicastero, unire i centri di spesa e gestione del contenzioso e rivedere certe voci su edilizia e acquisto di beni e servizi. Alla Farnesina, poi, è stato previsto un piano dimagrante di 108 milioni che verranno però spalmati sui prossimi tre anni. Oltre alla riforma delle indennità al personale di servizio all'estero, che frutterà quasi 11 milioni, il ministero degli Esteri punta a rivedere i contributi versati agli organismi internazionale e confermare il blocco del turn over del personale. Dalla Sanità, infine, arriveranno altri 40 milioni di euro.

In questo idilliaco quadro di tagli e risparmi, a latitare è Angelino Alfano.

Alle prese con lo sciopero della polizia, il titolare del Viminale è in alto mare con i compiti affidatigli da Renzi.

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