I tre punti fondamentali per riattaccare i cocci

I dirigenti della Figc fanno a gare in gaffe vergognose, squalifiche in serie, incapacità di governare

«Il ridicolo è più della vergogna», scriveva Giovanni Arpino. L'assioma rispecchia la situazione comatosa della Figc i cui dirigenti fanno a gare in gaffe vergognose, squalifiche in serie, incapacità di governare. L'ennesima puntata del calcioscommesse ne è la testimonianza. E il commissariamento, che il premier Renzi e il presidente del Coni Malagò hanno lasciato intendere nelle loro più recenti dichiarazioni, è davvero dietro l'angolo. I federali cercano di chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Ma dove erano prima? A forza di varare norme ridicole, tenere in vita società decotte e punire blandamente i giocatori, i federali hanno lasciato campo libero alla criminalità organizzata che ha trovato arrendevole manovalanza in tesserati avidi, senza testa, privi di etica e magari con il portafogli vuoto.

Daniela Giuffrè - project administrator, integrity in sport unit dell'Interpol - ha spesso fatto presente che i tesserati temono più le sanzioni sportive di quelle civili e penali. Per un calciatore uno stop di 3-5 anni equivale a chiudere la carriera. E chi ha frodato non può continuare a stare nel calcio. In secondo luogo il consiglio federale deve cancellare quei club che non presentano una situazione finanziaria decente. Troppo facile consentire l'iscrizione a chi ha pagato gli stipendi fino all'aprile della stagione precedente e vanta magari decine di milioni di debito con banche e fornitori.

Nel nostro paese c'è spazio per 60 società professionistiche al massimo. Al terzo punto la verifica dell'onorabilità di chi entra nel calcio: o hai mezzi veri e la fedina penale pulita oppure stai lontano da un'azienda che incide fortemente sul pil ma che vive sui debiti.

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