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I veleni di Tsipras: "Varoufakis? Odiato Pensava ai suoi libri"

L'ex premier sull'allora ministro: "Amava la fama, alleati e colleghi lo detestavano"

I veleni di Tsipras: "Varoufakis? Odiato Pensava ai suoi libri"
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Volano gli stracci sotto l'Acropoli. Tsipras e Varoufakis, Varoufakis contro Tsipras. Un tempo sodali, quando promettevano di far cacciare la troika da Atene, poi separati dalle dimissioni dell'eccentrico professore anti-sistema e oggi, nuovamente, ai ferri corti. Le rivelazioni dell'ex premier di Syriza, capace con le sue piroette di far riscrivere due volte il memorandum per salvare la Grecia e quindi con un aggravio maggiore sui contribuenti ellenici, portano alla luce particolari singolari sulla personalità dell'economista che, alcuni anni fa, da Fabio Fazio, portò a casa un assegno a quattro zeri per una manciata di minuti di slogan e battute.

Secondo Tsipras, Varoufakis era interessato solo promuovere i suoi libri. Lo precisa l'ex premier nelle sue memorie appena pubblicate, dal titolo Ithaki, riavvolgendo il nastro di dieci anni di ricordi e rimpianti, che il 51enne riassume così: "Varoufakis in realtà, era più una celebrità che un economista" e ha sottolineato come l'essere fuori dagli schemi per un ministro delle Finanze non era il massimo in quel preciso momento geopolitico e finanziario. Il Paese era praticamente fallito, con l'impossibilità perfino di pagare le pensioni e con i bancomat che davano solo 250 euro al settimana per ciascun correntista. La Cina proprio in quei giorni metteva le mani sul porto del Pireo per distendere la sua Via della Seta. Insomma, il baratro era vicinissimo ma al contempo c'era chi era distratto da altro.

"Volevo trasmettere il messaggio di una negoziazione dura, ma ho sottovalutato il fattore umano scrive Tsipras -. Molto rapidamente Varoufakis si è trasformato da risorsa in un protagonista negativo. Non solo i nostri potenziali alleati non lo sopportavano, ma nemmeno i suoi colleghi".

Un j'accuse preciso corredato da una certezza: i negoziati per scongiurare la bancarotta "non erano solo un modo per ottenere un accordo migliore per il Paese, ma un esperimento, un'opportunità storica per dimostrare la veridicità delle sue teorie economiche".

L'economista greco-australiano, che nel frattempo ha fondato il movimento politico Mera25, stizzito, respinge tutto e rilancia puntando il dito contro l'ex premier, reo a suo dire di presentare la sua colpa come "ingenuità". Allo stesso tempo ha fatto un pizzico di autocritica su alcune sue eccentricità come il poco sobrio servizio fotografico con la moglie, aggiungendo che il "sistema di pagamento parallelo" da lui introdotto, che Tsipras chiamava "voucher", era in realtà uno strumento all'avanguardia per l'epoca. Inoltre ha accusato l'ex sodale di aver, con le sue politiche, spianato la strada all'attuale governo conservatore guidato da Kyriakos Mitsotakis. Quanto alle negoziazioni con la troika, Varoufakis ha ricordato che nel 2015 i creditori volevano umiliare Tsipras e che la scelta dell'ex primo ministro di nominarlo alle guida delle Finanze era legata alle sue capacità comunicative.

Ha quindi rivendicato che il sistema da lui proposto per i pagamenti ha avuto un ruolo nella sua scelta e che l'accordo del 20 febbraio non era un memorandum, ma una proroga che è stata infine utilizzata per firmare un memorandum. Al di là di accuse e ripicche, oggi la Grecia vanta un panorama finanziario più solido della Francia. Numeri che servono per capire.

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