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Idea M5s: più accise sul diesel. Ma Salvini promise di abolirle

Il ministro dell'Ambiente Costa suggerisce al premier: «Equiparare le tasse sul gasolio a quelle sulla benzina»

Idea M5s: più accise sul diesel. Ma Salvini promise di abolirle

Chissà se il ministro Salvini ha letto il nuovo «Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi» appena pubblicato dal ministero dell'Ambiente guidato da Sergio Costa, proprio uno dei ministri M5s (insieme a Toninelli e Trenta) che il leader leghista vorrebbe mandare a casa. Sì perché mentre Salvini si era impegnato a ridurre le accise sui carburanti per la verità lo promise un anno e mezzo fa ma poi non è successo niente -, il ministro dell'Ambiente suggerisce l'esatto contrario per recuperare fondi in vista della legga di bilancio: aumentare le tasse sui carburanti. Nello specifico quelle sul diesel, attualmente più basse (ma sempre altissime) rispetto al carico fiscale sulla benzina (0,617 euro di accise ogni litro contro lo 0,728 della verde). Lo «sconto» fiscale su diesel fu deciso nel 1993 quando si pensava fosse meno inquinante della benzina. Una convinzione superata per cui - sostiene il ministero - è arrivato il momento di alzare le tasse anche sul diesel eliminando appunto un «sussidio ambientalmente dannoso» che permetterebbe alle casse pubbliche di recuperare quasi 5 miliardi di euro di accise supplementari. Una somma notevole visto che utilizza il diesel, e quindi versa tasse ad ogni rifornimento, il 43% delle auto circolanti in Italia, quasi una su due. «Il trattamento fiscale preferenziale del gasolio rispetto alla benzina contribuisce certamente al grave problema dell'inquinamento atmosferico da PM, ossidi di azoto e ozono - si legge nel documento del ministero dell'Ambiente. L'Italia risulta ai primi posti per morti premature e anni di vita perduti imputabili all'inquinamento atmosferico. Il gap fiscale fra benzina e gasolio favorisce implicitamente una motorizzazione, quella diesel, con costi esterni ambientali altrettanto se non più elevati rispetto alle auto a benzina». Non basta, gli effetti negativi dello sconto fiscale sono anche altri: «Proprio in virtù della convenienza del sussidio a favore del gasolio, le percorrenze veicolari del parco auto diesel, calcolate in percentuale rispetto a quelle della benzina, sono aumentate dal 28% al 65% nel periodo 1990-2015. Il trattamento fiscale troppo favorevole del gasolio rischia inoltre di ostacolare la diffusione dei veicoli che utilizzano carburanti alternativi (elettricità, GPL, metano). Mentre i risultati delle ricerche scientifiche «suggeriscono che non vi siano ragioni ambientali evidenti per garantire al diesel un trattamento fiscale più favorevole rispetto alla benzina», mentre le istituzioni internazionali tra cui la Commissione Ue «incoraggiano un allineamento dell'accisa sul diesel verso l'alto per equipararsi a quella della benzina». Se le accise sul diesel venissero aumentate fino al livello di quelle sulla benzina il costo di un litro arriverebbe a circa 1,6 euro. Un salasso per milioni di italiani che si spostano su auto diesel. Il documento dell'Ambiente, che è stato analizzato con attenzione dal premier Conte, ha un valore informativo, non normativo. Tuttavia, esorta il ministro Costa, offre a Parlamento e governo «un importante strumento di conoscenza ma anche di decisione. A noi la responsabilità di trarne le conclusioni e agire».

Come dire: sbrighiamoci ad aumentare le tasse sul diesel.

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