Migranti? Ecco cosa c'è davvero dietro alla guerra di Ceuta fra Spagna e Marocco

Rabat non ha mandato giù la presenza in Spagna di Brahim Ghali, leader del Fronte del Polisario e dunque principale nemico del Marocco sulla questione relativa alla sovranità nel Sahara Occidentale. Da qui la possibile crisi migratoria di Ceuta

Migranti? Ecco cosa c'è davvero dietro alla guerra di Ceuta fra Spagna e Marocco

C'è un filo comune che lega la recente ondata migratoria di Ceuta con la questione, mai risolta, della sovranità sul Sahara Occidentale. Si tratta del ricovero, avvenuto ad aprile, del leader del Fronte del Polisario, Brahim Ghali, in Spagna. Quest'ultimo è nemico numero uno del Marocco, essendo a capo dell'organizzazione in guerra da anni con Rabat proprio per la sovranità del Sahara Occidentale.

Il suo ricovero in una clinica spagnola ha da subito fatto emergere le ire da parte del governo marocchino. Ieri il ministro degli Esteri spagnolo, Arancha González Laya, aveva ricevuto rassicurazioni da Rabat: “I funzionari marocchini – ha dichiarato in un'intervista a una radio di Madrid – mi hanno assicurato che le due questioni non sono collegate”.

Tuttavia quanto accaduto a Ceuta fa parecchio pensare. In questa città, enclave spagnola nel cuore del Marocco, si è abituati a vivere con lo spettro di ritrovarsi decine di migranti pronti a scavalcare le recinzioni apposte dalle autorità iberiche. Mai però era accaduto che, nel breve volgere di poche ore, ben 8.000 migranti riuscissero ad entrare in territorio spagnolo.

Mettere piede qui vuol dire entrare a tutti gli effetti in Ue, anche se il Mediterraneo non è stato attraversato. Un afflusso del genere ha scatenato più di un sospetto. Le dichiarazioni dell'ambasciatrice marocchina a Madrid, come sottolineato su Il Corriere della Sera, non hanno contribuito a gettare acqua sul fuoco: “Ci sono azioni che hanno delle conseguenze”, ha affermato in una recente intervista Karima Benyaich.

Forse il Marocco ha voluto mostrare alla Spagna che l'interruzione della collaborazione diplomatica non è un grande affare per Madrid. In quanto, in primo luogo, le autorità di Rabat potrebbero allentare i controlli sul flusso migratorio e generare la crisi osservata a inizio settimana a Ceuta.

In poche parole, il Marocco potrebbe adesso fare pressione sulla Spagna per costringere il governo di Pedro Sanchez a trattare sulla posizione di Ghali. Il leader del Polisario è ricoverato per i gravi postumi del Covid, contratto a Tindouf, base del suo movimento. Il suo arrivo in Spagna, reso possibile peraltro grazie a documenti falsi algerini, ha suscitato molte polemiche in seno alla stessa opinione pubblica del Paese iberico.

Ghali è infatti ufficialmente ricercato anche in Spagna a seguito di alcune denunce per stupri e torture perpetuati nei campi di Tindouf, le cui vittime hanno trovato rifugio in territorio spagnolo. Inoltre alcune associazioni di parenti di vittime spagnole uccise nelle Canarie o nel Sahara Occidentale durante gli anni della guerra tra il Polisario e il Marocco, hanno puntato il dito contro la presenza di Ghali.

Ma a prescindere da quanto sta accadendo in Spagna, per Rabat il fatto stesso che il suo principale nemico sia stato accolto da Madrid è stato visto come un affronto. Da qui la possibile “vendetta” attuata permettendo l'afflusso di migranti a Ceuta.

In questo contesto però, occorre anche sottolineare un aspetto: buona parte degli oltre ottomila migranti riusciti ad arrivare a Ceuta, sono già stati espulsi in Marocco.

Vuol dire cioè che i trattati tra i due Paesi, che prevedono anche la possibilità di immediati respingimenti, sono rimasti in funzione anche in queste ore. Un elemento che potrebbe indurre gli osservatori di entrambe le parti in causa a un certo ottimismo.

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