Cronaca locale

Inaugurato nove anni fa il ponte si sbriciola (era chiuso da mezz'ora)

Tragedia evitata: l'Anas aveva fermato il traffico per una frana, causata dalla piena

Una tragedia sfiorata per un pelo. Mai come in questo caso è appropriato usare una simile espressione, perché basta guardare le immagini del ponte crollato mercoledì sera in provincia di Cosenza, mentre nella zona si stava abbattendo una forte pioggia che aveva ingrossato il torrente sottostante, e ricostruire la tempistica della decisione di chiudere l'arteria al traffico, per capire che se quell'ordine fosse arrivato mezz'ora più tardi oggi saremmo qui a scrivere di chissà quante vittime.

Invece, a parte lo sconcerto per l'accaduto, da raccontare c'è solo la dinamica di un incidente che non ha provocato né morti né feriti, ma che dovrà essere indagata a fondo, perché il viadotto in questione, denominato «Ortiano 2», sul quale passava la nuova strada statale 177, meglio conosciuta come la Sila-Mare, che collega Mirto Crosia a Logobucco, era stato costruito soltanto nove anni fa dai Comuni del posto. Possibile che sia bastato il maltempo di questi giorni a provocare il cedimento del pilone, facendo adagiare un pezzo di arteria sul letto del corso d'acqua? Sarà la procura di Castrovillari ad indagare per determinare le cause dell'incidente ed individuare eventuali responsabilità. Al momento l'inchiesta è contro ignoti e molto probabilmente dovrà essere disposta una perizia per arrivare a una conclusione. Certo è stata provvidenziale la decisione di un dirigente dell'Anas, l'ingegnere Francesco Caporaso, di chiudere al traffico in entrambe le direzioni l'accesso all'arteria dopo che era stato registrato uno smottamento nelle vicinanze del ponte. Soltanto mezz'ora dopo, mentre le automobili venivano indirizzate verso la viabilità locale, la piena del torrente Trionto ha danneggiato uno dei piloni facendo sbriciolare il viadotto. Se il traffico non fosse stato deviato si sarebbe rischiata una tragedia. Impossibile non pensare a quella ben più grave, soprattutto in termini di vite umane, del ponte Morandi, a Genova. La decisione tempestiva dell'Anas, che ha chiarito di non avere responsabilità circa la realizzazione del ponte e di averne acquisito la gestione solo nel 2019, è stata determinante. I tecnici e gli esperti della società hanno avviato accertamenti per stabilire le esatte cause del crollo. Quanto accaduto al viadotto, documentato da un video pubblicato su Facebook e diventato subito virale, ha provocato immediate reazioni anche da parte della politica. Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha convocato una riunione d'urgenza e ieri mattina ha effettuato un sopralluogo nella zona. «Queste cose - ha detto parlando con i giornalisti - non devono più succedere e bisogna impegnarsi nel vigilare maggiormente affinché non si ripetano. Ho chiesto agli uffici regionali, che però non hanno avuto alcun ruolo nella realizzazione di questa strada, di fare degli accertamenti. È inconcepibile che un ponte possa crollare solo perché il torrente si è ingrossato». Intanto a Longobucco, comune di poco più di 3mila anime alle prese da tempo con un progressivo spopolamento, il crollo del viadotto ha creato non poco allarme. La magistratura ha posto sotto sequestro l'intera arteria e le altre strade della zona sono in pessime condizioni, dunque per gli abitanti della Valle del Trionto non sarà facile raggiungere le zone di mare.

Ieri, a causa del maltempo, le scuole e gli uffici nel centro del cosentino sono rimasti chiusi.

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