Incarico all'ente indagato: sindaco protesta

L'ombra della coop «bianca» coinvolta nelle indagini su Mafia Capitale arriva fin nel Nord Est, porta d'ingresso della rotta balcanica dei migranti. Tre giorni fa, la seconda puntata dell'inchiesta «Mondo di Mezzo» della procura di Roma ha visto gli uomini del Ros arrestare quattro dirigenti della coop La Cascina: Francesco Ferrara, Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita, che avrebbero tra l'altro «stipendiato» l'ex braccio destro di Walter Veltroni, Luca Odevaine, che sedeva al tavolo di coordinamento sull'immigrazione del Viminale, in cambio del suo aiuto per aggiudicarsi gare d'appalto nel business-immigrati.

E adesso in Friuli, a Dolegna del Collio, provincia di Gorizia, il sindaco Diego Bernardis alza la voce contro l'accordo raggiunto dalla prefettura (senza coinvolgere il comune): proprio La Cascina dovrebbe gestire i 50 richiedenti asilo diretti in un hotel del paesino, che di suo conta appena 387 abitanti.

Visto quanto accade a Roma, il primo cittadino di Dolegna dubita dell'opportunità di portare avanti l'accordo, così ha scritto alla prefettura chiedendo l'accesso agli atti per comprendere i criteri di rilascio dell'autorizzazione a trasferire a Dolegna i cinquanta migranti, che rappresentano il 13 per cento degli attuali residenti: «Qual è la motivazione e la procedura alla base di tutto questo? Pretendiamo che ci vengano date delle risposte in merito», ha spiegato Bernardis al Messaggero Veneto : «A maggior ragione la nostra protesta diventa ancor più forte da oggi, è semplicemente incredibile - conclude il sindaco - che un organo istituzionale come la Prefettura dia l'autorizzazione ad operare sul nostro territorio a una cooperativa su cui al momento gravano indagini di tale gravità».

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