Prima l'apertura di una pratica al Csm. Ora una nuova accelerazione: a muoversi è la Procura generale di Perugia che vuole vederci chiaro sui comportamenti del pm di Perugia Mario Formisano. Formisano si sarebbe inginocchiato "scherzosamente" davanti all'avvocato Piero Amara quello della fantomatica Loggia Ungheria, chiedendogli un aiuto per fare "l'inchiesta della vita" su Palamara.
Non si sa se l'episodio sia vero o falso e nemmeno è così chiaro il tono con cui quelle sorprendenti parole sarebbero state pronunciate. Ma la Procura generale di Perugia, che sulla vicenda Palamara sembra avere idee assai diverse dalla Procura del capoluogo umbro, ha chiesto una relazione e poi ha trasmesso un dossier dettagliato alla Procura generale della Cassazione.
Questo potrebbe voler dire che ci sono elementi utili per avviare un'azione disciplinare. Per la cronaca, infatti, la Procura generale della cassazione è titolare dell'azione disciplinare insieme al Ministro della giustizia e dunque un fascicolo potrebbe essere aperto a breve.
Amara è considerato un bugiardo se non un calunniatore che ha sparso veleni nei suoi verbali. Ora però la rivelazione su Formisano, contenuta nell'intervista a La Verità, sembra offrire una chiave di lettura inquietante, anche se tutta da verificare.
In ogni caso, la vecchia indagine di Perugia su Palamara, chiusa con un paio di patteggiamenti a 1 anni e 4 mesi di carcere, sembra fare acqua dopo le nuove considerazioni e valutazioni fatte dalla Procura generale di Perugia. "La calunnia nei confronti di Palamara - si legge nell'atto di chiusura di una nuova indagine conclusa a marzo - è stata determinata dalla volontà dell'indagato di sviare l'interesse degli inquirenti, offrendo loro un diverso scalpo - Palamara appunto".
La procura generale ha smascherato insomma nei mesi scorsi un tentativo di inquinare i pozzi, buttando la croce addosso a Palamara che aveva scoperchiato un sistema malato di relazioni opache dentro la magistratura e poi era stato isolato. Perché questo depistaggio da parte di Amara, se di questo si è trattato, e per conto di chi? L'intervista di Amara mette in moto dunque nuove ricerche: "Il Procuratore generale - si legge in un comunicato - preso atto della rilevanza delle dichiarazioni riportate e della necessità di un tempestivo approfondimento ha immediatamente interpellato il procuratore della repubblica di Perugia. Quest'ultimo ha prontamente fornito ogni elemento utile alla valutazione del caso, assicurando piena collaborazione e trasparenza".
Subito dopo, ecco il secondo passaggio: "Il Procuratore generale ha trasmesso alla procura generale presso la Cassazione una relazione dettagliata, contenente tutte le informazioni acquisite e gli approfondimenti ritenuti necessari per la compiuta valutazione della vicenda".
Insomma, si vedrà dove porterà questa storia, ma l'impressione è che fra Perugia e Brescia tutta la vicenda di Palamara debba essere rivista. E, sempre a proposito di Palamara, il Csm ha bloccato la richiesta di risarcimento ormai in partenza.
Duecentomila euro che sono ora al centro di un'ulteriore riflessione.
Ma al Consiglio superiore della magistratura rifiutano l'idea, circolata in rete, di doppiopesismo: un'azione civile contro l'ex Presidente dell'Anm, nulla contro Piercamillo Davigo, pure condannato con sentenza definitiva proprio per aver divulgato i verbali di Amara. Tocca all'autorità giudiziaria identificare la parte offesa cui poi verrà convogliato l'eventuale indennizzo. Ma il Csm è rimasto fuori dai radar della magistratura bresciana e nessuna comunicazione è arrivata a Roma.