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Incubo Cgil: iscritti in calo. La Cisl prepara il sorpasso

Sui numeri complessivi non c'è partita. Ma esclusi i pensionati l'organizzazione "bianca" continua ad aumentare gli aderenti e insegue da vicino quella "rossa"

Incubo Cgil: iscritti in calo. La Cisl prepara il sorpasso

Gli iscritti sono in calo ovunque e in tutte le confederazioni. Perde la Cgil e perde la Cisl. Ma dentro i cali ci sono storie diverse. Si intrecciano fenomeni eterogenei e tra questi c'è sicuramente un maggiore disinteresse da parte dei giovani lavoratori. Ma c'è anche dell'altro, ad esempio il calo dei pensionati causato dalle riforme che spostano sempre più avanti l'età del ritiro.

Il risultato di tutto questo potrebbe essere sorprendente. Uno dei possibili effetti lo ha ipotizzato sul settimanale Tempi Andrea Camaiora, studioso del movimento cattolico: il 2016 potrebbe essere l'anno del sorpasso della Cisl sulla Cgil in termini di iscritti. Intendiamoci, niente di più difficile da provare che il numero esatto dei militanti delle confederazioni sindacali. Le categorie dove il conteggio è a prova di bomba sono poche. Statali, edili e pensionati. Ma una tendenza che fa pensare ad un sorpasso ci sia veramente.

Le cifre sono queste. La Cisl dichiara che nel 2014 gli iscritti sono 4 milioni e 303mila. In calo rispetto agli 4.378 mila dell'anno precedente. Colpa soprattutto dei pensionati. La confederazione in generale, nel saldo tra attivi e passivi, ne ha persi 76.277. Più o meno quelli che ha perso la Cgil. Sempre secondo i dati ufficiali, la confederazione di Susanna Camusso è passata dai 5.686.210 del 2013 ai 5.616.340 dell'anno scorso.

La distanza tra Corso d'Italia e Via Po sembra incolmabile, ma non è cosi se si considerano solo i lavoratori attivi. Quelli, tanto per intenderci, che dovrebbero essere gli unici iscritti ai sindacati, se si pensa che i sindacati debbano essere organizzazioni che tutelano i diritti dei lavoratori. Sono 2.340 mila quelli della Cisl e 2.650 mila quelli della Cgil. La distanza da colmare non è poi così grande. Tempo fa il quotidiano Repubblica ha reso noto un documento interno al sindacato della sinistra che lanciava l'allarme su un calo da 700 mila iscritti. Se si verificasse questo scenario non ci sarebbero storie e la Cisl sarebbe già il primo sindacato tra gli attivi.

Ma anche senza considerare i dati parziali del 2015, basta osservare le percentuali relative alle singole federazioni per il 2014 per farsi un'idea della tendenza. Tutti i sindacati Cgil sono in calo. Soprattutto quelle pesanti come la Fillea (costruzione) che registra un meno 5,4%. O la Funzione pubblica con meno 2%. Crescono solo i lavoratori della «Conoscenza» (scuola) della Flc, ma su numeri più piccoli. E la Nidil, federazione degli atipici. Difficilmente quantificabile.

Ben diverse le cifre degli attivi Cisl, dove i cali (costruzioni, atipici, medici) sono compensati da balzi in avanti, ad esempio sulla scuola (20 mila iscritti in più), commercio e turismo e trasporti. Se gli attivi della Cgil sono in calo di un punto percentuale, cioè circa 40 mila lavoratori, quelli della Cisl riescono – in un periodo di crisi nera per il sindacato – ad aumentare di un punto che vale più di 20 mila lavoratori.

Le tendenze fanno pensare che presto il sindacalismo italiano sarà soprattutto cattolico. O meglio, quello che tratta. Un caso che riguarda soprattutto categorie come quella dei metalmeccanici. «Abbiamo avuto 11 anni di crescita stabile – spiega dal Meeting di Rimini Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl - e abbiamo sorpassato la Fiom in aziende importanti come la Brembo, l'Ansaldo Breda, l'Acciai speciali Terni». Il segno che il sindacato conflittuale non piace.

Guadagna l'attenzione dei media, ma a lungo andare, perde nelle fabbriche e negli uffici.

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