"Infiltrati Isis sui barconi" E stavolta lo dice Bruxelles

Parla la presidente di Eurojust, l'organizzazione europea di contrasto al terrore: «Il traffico di uomini finanzia gli estremisti e serve a inviare in Europa i loro adepti»

"Infiltrati Isis sui barconi" E stavolta lo dice Bruxelles

Terroristi dello Stato islamico si infiltrano sui barconi, che dall'altra sponda del Mediterraneo trasportano le ondate umane in Italia. E per di più il Califfato viene finanziato dal traffico di uomini. Non lo sostiene una fonte anonima o un'inchiesta giornalistica, ma un alto magistrato, la presidente di Eurojust, l'organizzazione dell'Unione europea che lotta contro la criminalità organizzata ed il terrorismo. «È una situazione allarmante perché questi trafficanti (di esseri umani) hanno come obiettivo talvolta quello di finanziare il terrorismo e talvolta far infiltrare (in Europa) ed esfiltrare membri dello Stato islamico (Is)» ha dichiarato il giudice belga Michele Coninsx, a capo di Eurojust, agenzia di cooperazione giuridica europea.

Non sono supposizioni, ma informazioni ricevute dai servizi segreti europei. L'alto magistrato ha evitato di fornire ulteriori dettagli per timore di far saltare alcune operazioni di intelligence in corso. «Non è ancora chiaro quanti terroristi si siano infiltrati in Europa lungo le rotte migratorie che attraversano il Mediterraneo» ha sostenuto Coninsx. Però ha confermato: «Le organizzazioni terroristiche che operano in Nordafrica, incluso l'Is, sfruttano i proventi del traffico di esseri umani per finanziare le loro attività illecite».

Coninsx è un procuratore capo, che con Eurojust segue i criminali, «dopo aver rintracciato il denaro». La denuncia delle infiltrazioni di terroristi sui barconi che arrivano alle coste italiane ripresa per primo dal quotidiano britannico Daily Mail sta facendo scalpore. Per la prima volto un'alta fonte ufficiale europea conferma quello che il Giornale scrive da tempo. Uno degli informatori della presidente di Eurojust è un funzionario italiano, che ha lanciato l'allarme per l'aumento del flusso migratorio via mare, soprattutto dalla Libia.

Pochi giorni fa era trapelata la notizia che Rafique Tayari, uno dei ricercati per la strage di turisti sulla spiaggia tunisina di Sousse, si trovasse in Libia dove cercava di imbarcarsi su un barcone per l'Italia. L'ha confermato la famiglia del sospetto tagliagole. Rafik Chelli sottosegretario del ministero dell'Interno tunisino ha rivelato, che i terroristi del museo del Bardo di Tunisi, dove sono morti 4 italiani e quelli dell'ultima strage si sono addestrati nello stesso periodo in un campo libico vicino a Sabratha.

L'antica città di vestigia romane ad Ovest di Tripoli è uno dei porti di partenza dei barconi. La zona è controllata dai miliziani di Ansar al Sharia, il gruppo salafita islamico messo fuori legge da Tunisi ed accusato di aver ispirato, se non organizzato, gli ultimi attacchi. La fazione di Sabratha sarebbe vicina al Califfato e alla bandiere nere, che sventolano a Sirte, altro sbocco al mare dei terroristi sulla costa libica orientale.

Per finanziarsi i miliziani di Ansar al Sharia riscuoterebbero un pizzo, che si aggira attorno al 10% del volume d'affari dei trafficanti di uomini che operano da Sabratha.

La Libia e in particolare le sue frontiere meridionali sono un colabrodo. Trafficanti di uomini, armi e droga collegati ai terroristi si infiltrano dal Niger. Per questo motivo dallo scorso aprile i legionari francesi del 2° Reggimento paracadutisti si sono lanciati di notte sul famigerato passo Salvador. Questo valico nel deserto, punto d'ingresso incontrollato dal Niger alla Libia, è la rotta terrestre preferita da terroristi e trafficanti.

A metà maggio un convoglio di miliziani contrabbandieri ha cercato di forzare il blocco dei paracadustisti, ma è stato respinto con perdite. I legionari hanno sequestrato 1 tonnellata e mezza di droga, armi automatiche e sistemi di comunicazione.

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