"Gli investitori chiedono chiarezza sulle sofferenze"

Il capo dei gestori azionari europei: "L'Italia resta poco competitiva. Avanti con le riforme"

"Gli investitori chiedono chiarezza sulle sofferenze"

La tempesta borsistisca sull'Italia? Le grandi banche italiane si stanno sempre più consolidando e sono ben gestite ma il mercato chiede di fare chiarezza sull'effettiva mole dei crediti in sofferenza per l'intero sistema. Il governo Renzi? Bene per le riforme ma ora deve portarle avanti, gli investitori hanno bisogno di vedere i progressi.

Nigel Bolton, a capo dell'azionario Europa di BlackRock, il colosso del risparmio gestito mondiale, è prudentemente ottimista sui destini delle Borse e dell'economia. Più che preoccupato, si definisce concerned, che in italiano significa allertato. Ovvero con le antenne ben alzate. Bolton parteciperà oggi a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa milanese, alla sedicesima edizione del Blackrock Investment Forum dove i gestori della società di investimento Usa presenteranno alla comunità finanziaria le proprie stime sul mercato. Stiamo parlando delle previsioni della più grande società di investimento al mondo che sposta masse di milioni di dollari con un clic. Una sorta di sherpa del mercato che quando suona la carica viene seguito a ruota dagli altri investitori internazionali, ma anche un interlocutore strategico di governi e autorità dei singoli Stati. Blackrock oggi è fra i primi azionisti di colossi come Google o Chevron con un patrimonio gestito globale che supera i 4.600 miliardi di dollari. Parliamo di più del doppio del debito pubblico nostrano, per intendersi. Al timone di questo colosso della finanza mondiale ci sono il presidente Robert Kapito e il Ceo Larry Fink, uno dei consiglieri più ascoltati in politica economica da Barack Obama che gli ha affidato la leadership attraverso una serie di contratti con il governo Usa nel salvataggio della Borsa americana dopo lo scoppio della bolla dei mutui subprime. Insomma, quando si muove la roccia nera fa molto rumore. Anche in Italia dove oggi è il primo investitore estero e il secondo in assoluto dietro lo Stato italiano: nel 2014, in pochi mesi la società ha aumentato le quote a Piazza Affari, dalle banche all'industria.

Mister Bolton la luna di miele degli investitori stranieri con l'Italia è finita?

«Non credo sia finita ma abbiamo bisogno di vedere i progressi delle riforme che sono state annunciate. Le riforme vanno portate avanti. E c'è ancora un pezzo di strada da fare per attrarre investimenti».

Per spiegarci meglio, Bolton ci mostra un grafico sull'andamento del costo lavoro in Italia dal 1999 al 2015 confrontato con quello registrato in Germania, Francia, Spagna e Irlanda.

«Vede, nel vostro Paese è ancora troppo caro rispetto agli altri, non è competitivo con il resto d'Europa».

La Borsa italiana sta intanto vivendo sedute di vero panico. Soprattutto i titoli del sistema bancario. Qualcuno ha suonato la grande ritirata?

«Tutto l'ammontare di sofferenze accumulato in questi anni per gli investitori e per gli operatori ha messo in evidenza la necessità di conoscere con chiarezza la situazione relativa ai cosiddetti Non Performing Loans, per non ripetere errori del passato. Anche perché il mercato ha visto cosa è successo in Portogallo a dicembre con il salvataggio in extremis di Banif (con un'iniezione di quasi 2,3 miliardi di euro di fondi pubblici, ndr). Le big italiane del credito sono ben gestite dal management e stanno vivendo una fase di consolidamento importante, ma si tratta di un processo lungo e il tema della bad bank resta sempre sul tavolo del governo. Per quanto ci riguarda, comunque, continuiamo a rimanere in Italia».

Allarghiamo l'obiettivo all'Europa: anche le altre Borse del Vecchio Continente vengono continuamente scosse da veri terremoti. Che sia l'effetto Cina, o l'effetto Dieselgate o il crollo del prezzo del petrolio, la reazione dei listini è spesso violenta. Perché?

«Credo che la reazione si spieghi col fatto che gli operatori stanno navigando in acque incerte.

Dopo sette anni di aiuti a pioggia da parte della banche centrali che non hanno precedenti nella storia non sappiamo ancora bene cosa succederà perché non ci sono mai passati prima. Gli operatori e gli investitori sono dunque molto nervosi perché si ricordano ancora cosa è successo nel 2008 con Lehman Brothers».

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