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«Io economista al seguito di Trump Così vincerà con il taglio delle tasse»

Tommasi, collaboratrice di Brunetta alle primarie del tycoon Usa

«Io economista al seguito di Trump Così vincerà con il taglio delle tasse»

Paola Tommasi è un'economista bocconiana. Collabora con Renato Brunetta, al gruppo Forza Italia della Camera dei Deputati e ha partecipato alla campagna elettorale di Donald Trump come osservatrice, unica italiana nello staff del candidato repubblicano alla Casa Bianca.

Come è finita dalla Bocconi a Trump?

«Ho scritto allo State director della California, che mi ha invitato fino alle primarie. Partecipavo alle riunioni, ai rally, dietro le quinte, sotto il palco. Poi mi chiedevano il punto di vista di chi viene dall'altra parte del mondo».

Perché proprio Trump?

«Ho letto il programma e lo condivido. Uno showman, un fuoriclasse. Se vince, sarà uno choc mondiale, non solo negli Usa. Mi chiedo come reagirà l'Europa. All'inizio probabilmente lo snobberanno dicendo che è pazzo, che destabilizza, che le borse crolleranno. Invece le sue ricette funzioneranno e gli altri Stati lo emuleranno».

Quale la carta vincente?

«L'economia. Trump ridurrà la pressione fiscale sulle persone fisiche, portando le attuali sette aliquote a quattro, e per le aziende introdurrà un'aliquota unica al 15%. Ha creato migliaia di posti di lavoro con le sue aziende e sa come fare. Riporterà in America le imprese che hanno delocalizzato e impedirà che altre se ne vadano».

Come cambierebbero gli Usa?

«Riacquisteranno capacità negoziale. Torneranno grandi e sicuri».

Qual è il suo punto debole?

«La politica sulle armi: l'unico punto su cui non sono d'accordo con lui».

Spesso le lobby delle armi appoggiano interventi militari all'estero

«Trump non è un tipo che si fa intimidire. Con lui non ci saranno più guerre, perché e lo dice non è interessato ad andare in altri Paesi a portare la democrazia. Gli importa solo dell'America».

All'estero viene accostato a Le Pen, Salvini, Orban. Che c'è di vero?

«Lui è più solido. Dietro le quinte è moderato, pacato, ragionevole. Sa di cosa parla, gli altri scelgono la linea dura perché il vento tira in quella direzione. Lui sente una vocazione, e lo dice: vuole restituire al suo Paese ciò che il Paese gli ha dato».

Se vincerà Trump, continuerà a lavorare con lui?

«Pensare a queste cose porta sfortuna. Ora si pensa solo alla campagna».

Qual è il luogo comune che tutti ripetono su Trump e non è vero?

«Quello che viene detto sul suo presunto sessismo. Con le donne si comporta bene. Con la moglie e i figli è tenerissimo. La sua famiglia è stupenda».

In Italia sarebbe mai possibile un'esperienza come la tua?

«No. In Italia ai rally le prime dieci file sono riservate ai politici. Ho avuto proprio la sensazione di stare vicino a Trump molto più di quanto non mi aspettassi».

Se invece vincesse la Clinton?

«L'America rimarrà la stessa di Obama.

Piatta».

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