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"Io ministro della Sanità? Perché no. I politici hanno fatto solo danni"

L'infettivologo: "Sono un tecnico libero, forse faccio paura"

"Io ministro della Sanità? Perché no. I politici hanno fatto solo danni"

Professor Matteo Bassetti, il suo collega Andrea Crisanti dice che per diventare ministro della Salute bisogna candidarsi.

«In Italia i grandi ministri sono stati prevalentemente tecnici. A cominciare da Draghi in giù. Nella Sanità i politici hanno devastato il settore. Penso all'atteggiamento persecutorio contro la classe medica dell'ex ministro Rosy Bindi».

Lei come si colloca politicamente?

«Io sono sempre stato un uomo di centro per formazione, estrazione e idee. Ma sono anche un uomo pratico, che non lavora con i se e con i ma. Come è noto ho già detto no al Parlamento, ma vedremo cosa succederà dopo il 25 di settembre. E soprattutto, vedremo quale sarà la politica del futuro governo. Fino ad ora ho l'impressione che Sanità e Covid siano caduti nel dimenticatoio. In Italia mancano i medici ma nessuno si è ancora sbilanciato sui test di ingresso. Io ad esempio sostengo che vadano aboliti con uno sbarramento al secondo anno. I candidati dei vari partiti che cosa ne pensano?».

Sta tirando le orecchie ai politici?

«Non ho mai lesinato critiche sia a Speranza sia a chi, a destra, ha espresso posizioni dubbie sulla politica vaccinale. Ma sulla gestione Covid i partiti sono restii a prendere posizione. Il virus però non sparisce e bisogna spiegare come si intende affrontare il nodo scuola, la quarantena, l'uso delle mascherine».

Come tecnico, quindi, il ministro della Salute lo farebbe?

«Prima di tutto deve convincermi il programma sulla Sanità di chi vince le elezioni. Ma un uomo libero come me potrebbe fare paura. Così come ha fatto paura Draghi di cui personalmente sono molto orgoglioso. É l'uomo della provvidenza, ovunque vada fa del bene».

Dica la verità, meglio fare il medico?

«Se sei un uomo libero puoi dire sempre ciò che vuoi. In questo momento il Paese ha urgente bisogno di persone slegate dal pensiero politico: si è più utile come medico, professore e divulgatore scientifico».

Da esperto come lo vede l'autunno?

«Dovremo convivere con il virus, quindi basta decisioni isteriche adottate a volte da Speranza quando i numeri salgono o scendono. Dovremo vaccinarci una volta all'anno, come si fa con l'influenza. Spero che non si parli più di obbligo, ma solo di forte raccomandazione per gli over 65. E bisogna usare al meglio i farmaci antivirali, avere un accesso più veloce: rischiamo di buttare al macero più di 500.000 dosi inutilizzate».

Prevede ancora restrizioni nei prossimi mesi?

«Per carità. Basta limiti alle capienze e basta parlare di mascherine a scuola: è demenziale.

Bisogna usare il buon senso e tutelare i fragili, vaccinarli a costo di raggiungerli a casa con il camper».

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