Politica

«Io, parà in volo, attendo di abbracciarti»

Pubblichiamo alcune delle molte lettere d'amore giunte in redazione. Continuate a scrivere a letteredamore@ilgiornale.it

A mia moglie Giuliana, a mio figlio Roberto, a mio nipote Eduardo, a mia nuora Ilaria. Il tempo fugge. Era appena ieri quando a stento camminavo, parlavo e ridendo inciampavo sui gradini di casa. Era appena ieri quando ho incontrato l'amore, e scrivevo per lei, poesie, pensieri, lodi alla vita. Era appena ieri quando giocavo felice con mio figlio bambino. Correvo con lui, gridavo, cantavo per quella presenza armoniosa. Era appena ieri quando mio figlio e mia nuora mi hanno regalato un nipote. E allora, ho ripreso a giocare, cantare, sognare, fuggire la noia, e aprirmi di nuovo alla vita. Era appena ieri che tutto questo accadeva. Ora sono con mia moglie a pensare, riandare a quelle ore felici, perché il tempo, tiranno, ha colorato i nostri capelli di bianco, scavato le guance, appesantito il corpo, le gambe. Ma io, ho ancora voglia di ridere, scherzare, guardare il mondo come quand'ero bambino, nonno felice e papà, in barba al tempo che fugge, il tempo tiranno.

Rosy mia, è una giornata splendida, che la compagna toscana nelle sue più vibranti forme di vita vegetale sa pienamente valorizzare nella sua più estatica bellezza. Mi accingo a fare un nuovo lancio insieme al mio reparto di parà e, come ogni volta, librato nel cielo dove vorrei a lungo restare, nel silenzio rotto soltanto dal piacevole fruscio del paracadute di seta, il mio struggente pensiero è rivolto a te, lontano amore, nell'attesa di poterti al più presto riabbracciare. E questo sentimento mi fa scaturire un istinto poetico che mai avrei creduto di possedere: «Non potrò mai dirti addio perché come da un sogno lontano sei apparsa ridente al mio cuore e un sorso di linfa vitale hai versato sulle mie labbra indurite. Non potrò mai dirti addio perché hai vinto il mio ardore selvaggio e i tuoi teneri abbracci, i baci sinceri m'han di colpo ridato il coraggio d'amore. Non potrò mai dirti addio perché or tutto di te m'appartiene, dalle risa gioiose ai più nascosti pensieri che tornano a volte al passato, che anelano ad un futuro sereno. Non potrò mai dirti addio perché sovente l'alba mi coglie mentre assopito il tuo nome sussurro e spesso la sera al mio spirito doni un'onda di luce, una speranza di pace». È trascorso tanto tempo da quel lontano 1965, e ora che siamo vicini a festeggiare, nel 2017, il nostro cinquantesimo di matrimonio non ha senso per me guardare indietro, anche perché il presente riesce ancora a regalarmi profonde e inaspettate emozioni.

Mauro Casadei

Primo amore (Cavo Isola D'Elba): Tracce di te troverò, perduto amore, nelle insenature lucenti e rossastre, nel mare che riflette la sabbia ardente, nelle nuvole chiare e nei gabbiani figli della luce. Vedo il tuo viso, il tuo sorriso, nell'onda lenta e incessante. Anch'io divento acqua che si perde nei rivoli: per rifondermi in te. Ora il ricordo culla i rimpianti del passato. Nelle stradine assolate cerco invano il tuo respiro svanito. Passa nella mente, vivido, l'antico sentimento provato, poi leggero scende nel cuore con uno sfarfallio che sa d'incanto.

Maria Pia Alberti

Caro marito, per festeggiare i nostri 40 anni di matrimonio, t'invio alcune poesie che ho scritto, ispirate al vino e al nostro Amore!! Ad ogni Anniversario mi hai regalato una bottiglia di vino e basta! Così oggi ricambio. Non sono «filastrocche» banali, ma come mi diceva lo scrittore Fulvio Tomizza, sono poesia vera e originale.

FUMATT: Si precipitava dalla collina/ gettando alle spalle i nomi/ che la nebbia catturava/ il rifugio era la vigna/ dove ti trattenni con un bacio/ amarognolo come il fumatt/ e violaceo come le tue guance/ gelate e calde per la corsa e l'emozione.

UCELUT: Ai margini di un bosco/ attendo nuove linfe/ per spezzare l'ozio./ Mutano le stagioni sul Tagliamento/ e le colture estese./ L'aria distillato d'essenze e di umori/ ubriaca i passeri/ che saltellano a pie' pari/ come bambini in gioco.

VENDEMMIA: Stanotte è un tino spaccato la terra/ E spande rivoli di sapidi umori/ Sotto stelle spumeggianti/ Vendemmi il mio corpo/ Spremi i miei fianchi/ E svuoti la mia anima notturna/ Vinificata.

Tua moglie

Rosinella Celeste Lucas

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